The Ace of Spades
Pensavo di non farcela a scrivere ma, come diceva Norman Mailer, quando i tempi si fanno duri cominciano a farsi duri i duri cominciano a ballare. E io lo faccio sulle potentissime note dei Motorhead. Piangendo lacrime pesanti. Per onorare Ian Lenuel Kilmister, per tutti solo Lemmy, scomparso ieri a 70 anni a Los Angeles stroncato da un'aggressiva forma di tumore. L'unica consolazione, magrissima, e' che gli dissero che era malato, non di cancro, il 26 dicembre e il 28 se ne e' andato. Gallese purosangue, nella vita non si era fatto mancare nulla che possa minare un'esistemza - alcool, droghe e sesso - e quindi da anni era visto come un'eccezione vivente, un corpo che viveva, sempre al limite, ma che doveva essere defunto anni e anni fa. L'ho visto innumerevoli volte, e ne ero e ne sono orgoglioso. Sin da quando, con Roberto D'Agostino e la prima moglie Tina Semprini e Dario Salvatori, con gli Hakhwind, il gruppo creato alla fine degli anni '60 dallo scrittore di fantascienza inglese Michael Moorcock, si esibi' al festival rock di Villa Pamphili che fini' con il lancio di buste si sabbia e pietrisco sul palco e un caos generale, con tanto di scialle, della seminuda, superba ballerina che si esibiva mentre il gruppo suonava musica decisamente psichedelica, rubato destramente. Al ritorno in Inghilterra lo cacciarono via dal gruppo per i primi eccessi, e parliamo degli inizi anni '70. E al fu Tendastrisce sulla Colombo fece il concerto piu' robusto che abbia mai sentito. I "Critici" bollavano lui e la su creatura, i Motorhead, come puro rumore di assatanati di sesso, drogati e ubriachi, mi ridevano in faccia quando mi dichiaravo loro fan leale ma la storia gli ha dato torto. Lemmy e' stato maestro di suoni e vita per varie generazioni di musicisti e appassionati, uomo vero tra queruli, sbavanti gnomi. L'ultima frontiera. Che lui, nonostante tutti gli sforzi di autodistruggersi, non varco' mai. Fece male vedere un suo video, di pochi mesi la, mandatomi dal mio amico Rupert, di Radio Rai, in cui lo si vedeva portato fuori dal palco a braccia perche' non ce la faceva piu' a reggersi in piedi, faceva proprio male vedere quel ghigno sardonico, quei famosi favoriti ridotto cosi'. Bene ha fatto la band a scrivere di ricordarlo sentendo la sua musica. No sleep till Hammersmith. Portandoci sempre dentro al cuore e alla testa l'amico Lemmy, uno che non tradi' mai. Uno vero. Non e' il caso, visto la musica che faceva, dire "rest in peace". Basta Ian Lemuel Kilmister. The Ace of Spades. Aggiungerei Hammers.
Ricordate, sara' una risata che li seppellira'.
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