The salesman&The olive tree
Film piu' diversi non potrebbero esserci. Il primo iraniano e il secondo una coproduzione ispano teutonica. Il prino con finale apertissimo, il secondo no. Asghar Farhadi. gia' autore di A separation, ed About Elly, ha scritto un film minimale ma che dice molto. E ci ha vinto l'Oscar per il miglior film straniero. Una storia che si interseca, si inrecccia, si confonde con la messa in scena di Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller. Da quella prende il senso di sbigottimento e smarrimento, annichilimento quasi, e che poi sfocia una repentina tragedia. Taraneh Alidoosti e Shahab Hosseini sono i principali interpreti di questa vicenda complessa eppur sempliceche si rivela sequenza dopo sequenza. Mostrando, altresi', la maestria dei cineasti iraniani, il defunto Abbas Kiarostami per primo. Altra storia quella di The Olive tree di Icair Bollain - autore del formidabile Even the rain col messicano Gael Garcia Bernal che lo produsse anche scritto dall'amico e sceneggiatore di Ken Loach. Paul Laverty. Storia picccola piccola, divertente e toccante, ostinata e politica, ambientata nella regione spagnola del Castellon, in gran crisi, e che vede una deliziosa nipote occuparsi del nonno che non ha piu' parlato dopo che hanno tagliato, e venduto per 30mila euro, un'ulivo millenario del suo uliveto.Nipoet agguerrita e storia che si dipana tra Spagna e Gernania. Una delizia che non bisogna lasciarsi scappare. Come The salesman.
Saluto cordiale e scanzonato a Thomas Milian che e' scompaso a 84 anni a Miami. "Io sono comunista" ebbe piu' volte a dire e la sua vita, anche artistica, sta li' a dimostrarlo. La gente lo ricordera' sempre per Tepepa o Er Monnezza, per Cucchillo e gli innumerevoli spaghetti western che giro' ma Milian quando venne in Italia venne diretto da Visconti, Zurlini, Menotti. L'eros al cinema? Lui e Romy Schneider, ricchissimi e viziatissimi, diretti da Luchino Visconti in uno dei tre episodi di Boccaccio 70. Il cinema italiano lo aveva adottato ma liui aveva adottato l'Italia, Roma. A cui, tornato negli Stati Uniti, resto' sempre legato. Se ne e' andato un vero romano. Di L'Avana. Que vale companero Tomas.
Allora non sono matto, eh? Leggere l'inhiesta del settimanale L'Espresso sullo stato del calcio italiano mette i brividi e fa vergognare. Terreno di conquista per ogni e qualsivoglia organizzazione criminale. Del mondo intero. Spero che l'inchiesta prosegue e non tocchi solo Cina e Thailandia ma, che so, Paesi dell'Est ex sovietico e, perche' no, anche Stati Uniti d'America.
Il "re degli hedge funds" James Pallottta a Roma non ha incontrato Francesco Totti che, in compenso, e' stato ospite esilarante, ormai e' solo quello, dell'interista Rosario Fiorello e ha lanciato messaggi trasversali a tutti. Non ha firmato l'agognato contratto e neppure Daniele De Rossi, che guadagna ora 6 milioni e mezzo a stagione. Il piu' pagato giocatore italiano. Che vergogna. O no?
Sara' una risata che li seppellira'
Sara' una risata che li seppellira'
No comments:
Post a Comment