La rabbia e lo stupore
Ma come, muore Giacomo "Core De Roma" Losi eno al funerale non va nessun tesserato della Roma per omaggiare un signor calciatore e uomo che ha dedicato la sua esistenza all'Associazione Sportiva Roma, squadra della capitale d'Italia? Stiamo scherzando? Neanche l'allenatore Daniele De Rossi, ex giocatore grandissimo? Neppure Lorenzo Pellegrini, capitano e romano di Centocelle? La societa' - si dice cosi', ha fatto sapere che questo e' un periodo molto comlicato e complesso - si stringe per vendere agli arabi? E allora si faccia presto cosi' i Friedkin potranno tornare a casa o, piu' semplicemente, all'"ambasciata del Texas" ubicata nella neonazista Casapound. Che nessuna giunta e' riuscita a far chiudere. Si - lo so perche' mi e' stato mandato un lungo documento in cui mi si gentimente avvertiva che si era finalmente conclusa la conferenza dei servizi - MACHECAZZ'E' - e che quindi il nuovo stadio della Roma a Pieralata - l'area prevista dal progetto e ostacolata fieramente da tutte leassociaziono di quartiere - si poteva costruire. MADDECHE'. Dopo anni e anni - la cordata italoamericana, James Pallotta, i Friedkin - i cittadini statunitensi non hanno ancora capito che hanno stancato e stufato? La Roma e' dei romani e non dei texani? Buon rodeo, bovari. E quanta rabbia per Mino. Sempre nei nostri cuori.
Sara' perche' dovetti andarci per forza nel 1986 - Vittorio Emiliani, il Mio direttore, mi convoco' nel su ufficio e mi disse "Paolo, mi dispiace dirtelo ma l'editore ha detto che se ti rifiuti di andare al Festival - ci avevano provato per 4 anni - e' costrettto a licenziarti", Capii immediaramentee l'antifona e partii. Quell'anno vinsero Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi con un s uperpezzo. Si puo' fdare d di piu'. Fu anche l'anno in cui mori' Claudio Villa, morte annunciata nell'ultima s e rata del Festival da un molto commosso Pippo Baudo. Da allora 18 festival, tutti anticipati dall'incessante chiacchericcio/pettegolezzo sul "chi vincera? Ma hai visto come so' vestiti? No, nun ce posso crede". Io ci dovevo credere. No, scriverne. Sempre e soltanto criticando. Perche', allora come oggi, mi chiedo come faccia una manifestazione cosi' a bloccare un Paese. Basta arrivare all'aereoporto di Nizza e vedere la differenza tra la Costa Azzurra e la Riviera dei Fiori. Non sono uno sporco disfattista antitaliano, sono - dannazione un realista. Plaudo Alessandra Amoroso che ha appofittato del palcoscenico della sala stampa per denunciare i due anni di insulti volgari e d i minacce di morte subiti in due anni da parte dei codardi e dei vigiacchi della tastiera. Magnifica voce e splendido cervello. Sabato, coinvolgendo tutto e tutti, finira' l'unico esame che conta in Italia. Il Festival di Sanremo. Nato come "festival della canzone italiana". Che, come diceva il Geniale Trinese, Piero Chiambretti, "comunque vada sara' un successo".
Agli imbambolati e stupefatti, tantissimi, dico che il Festival l'ho felicemente dribblato. Certo mi mancano in tanti e tante ma la sclerosi multipla comanda. Cosa ho fatto? Ho finito di leggere Tutti i particolari in cronaca di Antonio Manzini - si, si, quello di Rocco Schiavone - edito da Mondadori, e iniziato a leggere - gia' 60 pagine - Il treno per Istanbul, primo romanzo di Graham Greene, edito da Sellerio - con prefazione di Manzini - che finora ha pubblicato 9 romanzi, tutti imperdibili, di Greene. E il fratello Hugh? Io, come Cinema X per Gli Amici che mostra pellicole di ieri ed oggi con significati, mi limito a dare consigli, i miei consigli di ascolto, lettura e visione. I giudizi li lascio ad altri, a tanti altri. Troppi.
Sara' una risata che li seppellira'
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