La Repubblica degli abusi
A cento anni dalla nascita del suo fondatore Eugenio Scalfari i giornalisti di La Repubblica si sono ribellati al direttore Maurizio Molinari e lo hanno pesantemente sfiduciato. Non e' la prima volta che i giornalisti si ribellano a Molinari, subentrato traumaticamente a Carlo Verdelli. Molinari e' aziendalista oltre ogni limite. Stavolta perche' ha fatto togliere un grande articolo sulla societa' Stellantis, cara al proprietario del giornale John Elkann, dal suppplemento Finanza, poi mandato al macero, e sostituito da un'altro articolo firmato da un'altro giornalista e su un'argomento completamente diverso. Bene ha fatto il sito dedicato al giornalismo Professione:reporter - salviamo il giornalismo, curato da due bravi, onesti e preparati colleghi di lavoro, a parlarne dettagliatamente, profusamente e profondamente perche' la musira e' colma. Da decenni la categoria ha permesso tutto e il contrario grazie a tanti colleghi ben pagati e pasciuti, obbedienti, inginocchiati e servi che anche oggi che si attua lo sciopero delle firme si sono precipitati a firmare i loro geniali pezzetti. Non so dire io, che per anni ho dovuto subireil peggiore e piu' violento dei mobbing, crto so che dare di nuovo dignita' al Giornalista aiuterebbe. Non firme o esperti o saggisti o scrittori (di innumerevoli volumi) ma s emplicemente Giornalisti che non pontifano e non discettono sul nullla. La collega di "Belve" - la brava e pacata Francesca, che e' Giornalista e non "la donna di Mentana", dovrebbe, ad esempio, sapere che intervistare Fabrizio Corona, Chiara Ferragni e l'ex marito Fedez non e' propriamente Giornalismo ma becera ricerca degli ascolti tv, una delle principali rovine del mondo atttuale. Perche', ad esempio, non ha chiesto come un nullatenente come lui si sia potuto acquistare una costosissima Ferrari e andare spessisimo in vacanza a Miami con la provocante segretaria? Perche'?
Sara' una risata che li seppellira'.
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