Dodicesimi
Oggi e' il 5 novembre e la Roma, la mia Roma, e' dodicesima, sotto, che so, Udinese. Bologna. Torino, Empoli. Guai a ricordarlo - scrivendo accorate mail - ai portatori del Sacro Fuoco Giallorosso, quasi tutti fascisti e neonazisti. No, loro minacciano, strillano, urlano ma no, il presidente e lo scagnozzo non si toccano. Per forza, e' "miliardario" e ai "miliardari" e' pernesso tutto. Anche di mandare una squadra - lia Roma - spedita in serie B dove ha militato solo una volta - nel 1949 - e non come la Lazio checi ha militato ben 12, o 14, anni e conosce bene anche i meccanismi degli sparreggi per non scendere in serie C. Sono depresso. Solo mia figlia Nora, il ristorante Crudo al villaggio e i tanti messaggi ricevuti dopo che il mio amico e collega fabrizio Paladini - gran penna, "paletta" per chi lo conosce bene - ha pubblicato una foto insieme sulla sua pagina Facebook, mi hanno tirato un po' su. Un po'. Se mi scrivete in tanti mi fara'...tanto piacere. Grazie.
Posso inchinare la testa davanti ai maestri Quincy Jones - ieri su Dagospia ha pensato a ricordarlo Marco Molendini e questo basta - che aveva 91 anni, e Renato Serio, 78 anni, il maestro d'orchestra che ha orchestrato quasi tutti i successi di Renato Fiacchini, in arte Zero? Erano MUSICISTI. Pensate, non erano mai andati in un talent-show. Io ho conosciuto solo Serio, la silenziosa "spalla" di Zero. Che dire? Divertente, preparato, Serio. Quando gli chiesi dell'inno di Forza Italia che aveva scritto lui sornione, mi aveva risposto "Zaccagnini, come dicevano gli Antichi Romani PECUNIA NON OLET, il denaro non puzza".
Sara' una risata che li seppellira'.
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