Bargaintown
Un documentario su una citta; che cambia, Dublino, in un anno, 19888-1889, puo; colpire come un film? Sicuramente perche' un film e' spesos un lavoro di fantasia o una trasposione da un libro, un documetario e' vita. In questo caso anche morte di una citta. E di una cultura. Girato ri goramente in bianco e nero. Il documentario del giovane filmaker tedesco, David Jazay con Judith Klinger, documenta la fine dei Liffeys' Quays, le due strade che fiancheggiano il fiume Liffey che divide la capitale irlandese. Alla fine degli anni '80 vennero abbattute case giorgiane che si specchiavano nel Liffey per fare spazio a uffici ultramoderni, e decisamente pessimi nella loro "architettura razionalista". Operazione gia' praticata negli anni '70 con l distruzione del sito vicningo di Wood Quay, sempre sul Liffey, dove erano rimati in piedi anche i moli. Il piu' importante sito vichingo al di fuori della Scandinavia. Ma i politici, i politici. Che pensano a tutto per tutti noi, Bravi e cari. Bargaintwon e' stato girato prima amatorialmente prima della Tigre Celtica, e la conseguente crisi che quasi dissolto lo Stato Irlandese, ma sembra proprio che non sia cambiato nulla. Perche' la classe politica ed imprenditoriale continuano a lavorare alacremente per aver piu' potere e piu' denaro. No? Pensato, il Paese, almeno meta', e' sotto l'acque per i precipitazioni terribili delle ultim esettimane ma il primo ministro, Enda Kenny de Fine Gael, con la sua arietta daSuperbone ha detto che il governoha gia' stanziato i primi 5 milioni di akuti. Chi, disperato, scorgaggiato e zuppo, protesta gli ha ricordato che il disco politico in questione e' bello che rotto da decenni, gli arrivi di euro, e ;rima sterline, vengono promessi da decenni ma appena piove davvero il disastro avviene. Ripetutamente e puntualmente. Senza, fortunatamente, il tragico corollario di vittime che si ha in Italia. Dove dubito fortissimamente che il documentario verra' mai proiettato. Fa pensare molto ed arrabbiare tantissimo. E questo il Potere, anche quello che apre le porte sante, proprio non lo vuole. Questa e', per dirla con Ganbriel Garcia Marquez, proprio una "Cronaca di una morte annunciata".
Gran libro. Come tutto quello che ha scritto Gabo. Maledizione, era comunista.
Tutti contenti e felici per l'accordo parigino sul clima. Tutto il mondo. Che bello e che gioia. Anche il premio Nobel per la Pace, l'ex vicepresidente Usa Al Gore, premiato per il suo fattivo impegno ambientalista, che batteva le mani entusiasta. In prima fila. Gore nel suo ranch in Texas, Gore l'ambientalista. e' il primo consumatore di energia del grande stato satunitense e paga la bolletta elettrica piu' alta dell'intero stato. Meno male che l'etolaga, ora ottantenne, che ispiro' il film Gorilla nella nebbia, girato in Congo e con Sigourney Weaver, dall'alto dei suoi titoli accademici ha puntualizzato che nel trionfange accordo parigino non sono affatto contempati i gas naturali rilasciati dagli aninali stessi, gas altrettanti pericolosi per il Pianeta Terra. Ganaturali ovvero peti. Ma quanto sono buoni e bravi e lungimiranti questi nostri politici? L'accordo non partira' da subito e per compilarlo ci sono volute 7 ore e mezza a causa di errori commessi nella sua stesura originale. Si sono scusati, tutti, per le tante lingue che hanno dovuto usare. Noe', insomma, con la sa Arca era, diciamolo,un vero poveraccio.
Ricordate, sara' una risata che li seppellira'.
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