U2 3Arena/2
Ieri, per chi mi legge, avevo iniziato a scrivere dei due ultimi concerti del tour mondiale, al chiuso,degli U2 e adesso torno sull'argomento. E ci tornero' anche se loro non hanno bisogno delle ie parole di fan sfegatato. Perche' e' forse il piu' bel concerto della mia vita, ne ho visto almeno 250 all'anno per 25/30 anni quindi fate il conto, merita riflesioni piu' approfondite. Due concerti ho visto e due volte ho rivisitato tutta la mia vita, le mie morti, i miei amori, le mie gioie, le mie rabbie, i miei rancori, i miei sentimenti. E credo sara' stato cosi' anche per parecchi altri. Dico solo parecchi altri perche' nonostante fossero gli U2 ad esibirsi e i biglietti costassero parecchio, i posti ristoro sono stati piu' impegnati e indaffarati del palco fantastico e fantasmagorico. Lo scorrere della birra e' stato continuo, come quello del Liffey, il fiume di Dublino sul quale si specchia la 3Arena. Ma nella mia corazza di astemio non mi sono fatto distarre, se non dalle brevi chiacchiere con la giovane, simpatica hostess Rebeka che gli U2 li vedeva per la prima volta, avra' 20 anni l'occhialuta Becky, ma se li e' visti martedi', mercoledi', venerdi' e sabato. E che bello e' stato vederli con amici, amici veri. Il serio tennista, parole sue, Francesco, la di lui moglie, la ponderata Manuela, il mediceo, inappetente ingegnere telematico Patrizio. Tutti tasselli al posto giusto. Gruppo, brani, scaletta, posto, compagnia. Per la verita' pensavo di non usare i biglietti omaggio gentilmente offerti da Live Nation Italy, vale a dire miei amici Roberto De Luca e la sua vice Antonella Lodi, e meno male che non l'ho fatto e superato le mille paure che ho ad uscire di sera. E il clima. il clima, il clima. E non parlo della sclerosi multipla che avanza lentamente ma inesorabilmente. C'era bisogno davvero di un miracolo per farmi uscire. Ed ecco The miracle (of Joey Ramone), sul loro crescere nella grigia Dublino fine anni '70 e sognare il punk, i Ramones. Si incontravano in un negozio di dischi a O'Connell Street, si chiamava Bono Vox, e da li' il soprannome del giovane cantante, Paul Hewson. Che forza quel brano, si capisce subito che questa notte non faranno prigioneri. Come non li hanno mai fatti. Una scaletta incredibile e una messa in scena che lascia senza fiato. I Critici hanno arricciato il naso e stangato. Perche' non hanno idea, nelle loro infinite stitichezze culturali fatte di amici, fratelli, compagni, complici, pasticcini e cotillons hanno da decennni perso la retta via. Gloria la cantiamo tutti, ci sgoliamo subito, chi con una lacrimiccia e chi no, Vertigo, all'epoca brano crititicatissimo, e' una colata di lava sonora. Come I will follow, la loro, la nostra preistoria.Io seguiro'. Io, e molti altri, abbiamo seguito e non ce ne siamo pentiti, non siamo pentiti. A questo punto la conquista della 3Arena e' fatta. No, no, no. Bono e compagni vogliono proprio annichilirci ed ecco Paul Hewson ragazzino orfano a 14 anni, col padre Robert, detto Bob, e il fratello maggiore Norman. E "questi tre amici che mi hanno letteralmente salvato" dice Bono voltandosi verso Dave "The Edge" Evans, Adam Clayton e il fondatore del gruppo, Larry Mullen jr, nell'ampia cucina di casa sua a Malahide. Poi Iris (hold me close), la madre di Paul morta di aneurisma celebrale al funerale del proprio padre, cadendo sulla sua bara. Immagini a colori, tratte da un filmino super8, del matrimonio con Bob, stesso naso di di Bono, e poi lei in bianco e nero che corre, corre, corre. Ecco, se uno ha perso un genitore, una madre amata, non piange e si macera allora merita il macello. Io non lo merito e credo che quell'immagine di Iris che corre in cerchio rimarra' in me per sempre. Come la passeggiata di Bono per Cedarwood Road, a Ballymun, dove e' nato e dove la supertecnologia dello schermo viene dispiegata al massimo della sua potenza. Bono passeggia, The Edge, Adam e Larry lo sostengono con un robustissimo tappeto sonoro e tra le case disegnate della passeggiata hewsoniana spuntano un David Bowie-Ziggy Stardust, lupi, cani a passeggio, alberi di mandorli in fiore, lui giovanissimo con gli amici, ancora oggi, Guggy e Gavin Friday che militavano nei Virgin Prunes, macchine. Una camminata nella memoria, sua e nostra. Poi Song for someone, e quel someone potrebbe essere ognuno di noi, e Sunday bloody sunday, il brano che diede loro il grandissimo successo, la mattanza perpetrata in Irland del Nord quando l'esercito d'occupazione ingles esparo' su una marci aid cittadini cattolici. Sullo schermo le case di Derry con le scritte lealiste e nazionaliste. Ricordo solo Brits out, Inglesi fuori, Grazie al comandante Michael Collins, detto The big fella ovvero Il ragazzone vista la sua notevole statura, 26 contee ora formano la Repubblica d'Irlanda. Neanche il tempo di riprendersi dalle emozioni che arrivano Raised by wolves, l'adolescenza di Bono a Ballymun, Until the end of the world, colonna sonora de Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders, Zooropa, Invisible, Even better than the real thing, Mysterious ways, dove The Edge spiega, anche ai privi di padiglioni auricolari, perche' e' uno dei 5-10 migliori chitarristi rock del mondo,e anche usando e abusando il bottleneck. Pezzo a lui carissimo perche' si innamoro' della ballerina del ventre che appariva sul palco quando proponevano nel pezzo, divorzio' dalla prima moglie, sposo' lei, Morlaigh, e ora hanno tre figli, oltre alle due avute precedentemente. Ecco Elevation quindi quale miglior momento per invitare qualcuno sul palco? La scelta cade su Jenna da Toronto, ventenne bruna davvero super, che dopo i baci, abbracci e baci adoranti a Bono, prende da lui in mano uno smartphome ultima generazione e inizia filmare tutto e tutti mentre balla sensualmente e sullo schermo sia affastellano immagini e messaggi. I francesi direbbero "coup de theatre", io "colpo di teatro".O "colpo di grazia"? Fate noi. Intanto loro dispiegano When love comes to town, che originariamente vedeva il compiato B.B. King, e la sua fedele chitarra nera Lucille, a chitarra e canto nel When Love Comes To Town Tour. E, sempre da quel tour e cd, Angel of Harlem. Poi bomba. New Year's day, uno dei loro primi successi globali. Pausa acustica, si fa per dire, con The Edge a piano e chitarra, grazie a Every breaking wave poi ancora la preistoria, Commovente. Fulgida. Rabbiosa. October. Bullet the blue sky, che si apre con le immagine di Kobane, Siria, rasa al suolo dai bombardamenti per "liberarla", immagini di scontri, polizia che picchia e uccide, fame, malattie, miseria, poverta' estrema, sete. L'Occidente. Che suoni, che Mullen macellante, il basso di Adam strappa le vene e la chitarrra di The Edge sviscera. Che bello! Where the street have non name, e tutti urliamo che saramo li', insieme, insieme, insieme. Piangere e' d'obbligo e permesso, salvo per i birrai impertinenti e infaticabili, loro pensano ad altro. Pride (in the name of love), With or without you (with you bionda mia), City of blinding lights, con tantissime luci e riferimenti alle recenti stragi parigine con la cattedrale di Notre Dame, il Sacre Coeur e la Tour Eiffel. E infatti si chiude con il simbolo della pace, su sfondo nero, fatto con la Tour Eiffel stilizzata e la scritta Tous sommes Paris. Paura e sangue e terrore ma poi It's a beautiful day. Ogni giorno che apriamo gli occhi e respiriamo e amiamo e odiano e viviamo. Omaggio tra il commosso e il diverit a Dennis Sheenan, la seconda sera, solido, storico collabpratore del gruppo er 33 anni, in sala la famiglia. Attenzione, erpo' che possiamo sempre essere, diventare cattivi. Bad, molto cattivi. E ci mancherebbe altro. Siamo, pero' sempre gli U2, quindi saramo sempre One. One love. Un'amore. No, quattro. Paul, Dave, Adam e Larry.
Il seguito, come si diceva una volta, alla prossimo puntata, al prossimo Zaccabog. E grazie sempre di leggermi.
Ricordate, sara' una risata che li seppellira'.
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