The farewell
Certo non approdera' in Italia ma se amate il cinema non lasciatevi scappare il cino-americano The farewell. Dimostrazione che se esistono idee forti, semplici e vere si fanno meraviglie. E si fa pensare Che e' poi il proposito principale del Cinema. Un film sulla morte che risulta uno spasso euna riflessione sul vivere - no, meglio morire - occidentale. Cino-americano? Cino al 95% e americano al 5%. Si resce e s sente l'impellente necessita' di iscriversi al Partito Comunista Cinese. Anche dopo le proteste di Hong-Kong? Si. Ancor di piu'. La citta' era, per un trattato, inglese fino al 2000 poi sarebbe passata alla Cina. Che ha, meno male, regole diverse dalll'Occidente. Estremamente diverse. Ma Mao Tse Tung, e chi lo ha seguito, e' riuscito a portare dal Medio Evo di cento anni vfa al futuro futuribile attuale. Donald Trump, il presidente del Paese che vigila sulla democrazia e la liberta' del mondo intero senza che mai nessuno glielo abbia chiesto, democtaticamente per il confine col Messico chiede, dalla campagna elettorale, un muro lungo centinaia di chilometri, muro che non ha ancora avuto e mai avra'. Piu' un canale pieno d'acqua, merce rarissima da quelle parti, pieno di alligatori e coccodrilli. Se i malcapitati messicani che vogliono entrare negli Stati Uniti d'America ce la facesero il truce ciuffettino ha ordinato di sparare. Ma, bonta' sua, alle gambe. Pero' gli studenti di Hong Kong - girano innumerevoli filmati che mostrano occidentali dar loro pacchi di dollari - sono l'avanguardia della democrazia, ricrdate. Chiusa parentesi. The farewell. L'amata nonna sta morendo di cancro e i due figli, emigrati da decenni negli Stati Uniti d'America, tornano in Cina e organizzano un matrimonio, del nipote con una bella giapponese, nel tentativo di distrarla. Che succedera'? Ah, saperlo. Lulu Wang, la giovane regista, ha un tocco delicato e perfetto e di tutti i magnifici interpreti, tutti tutti, troneggia Awkwafina, che e' Billi, la nipote che vive a Nwe York. Dire che ' divertente e toccante e' il minimo. Tra l'altro mostra la differenza tra l'Occidente e l'Oriente. In una scena epocale uno dei protagonisti dice in Occidente conta l'individuo,l'Unico, mentre in Oriente l'individuo e' parte della famiglia, della societa'. Andate a dargli torto. No, andare a vedere il film. E steabuzzate gli occhi davanti a ospedali, trasporti, citta'. Non a caso il tassi' che compare verso la fine e' Wolkswagen. L'amasciatore del "made in Italy" Lapo Elkann, uomo che tira dritto eincallito playboy, ancora non ha protestato?
Domani Extra-ordinary. Risate sull'occulto. Film irlanese.
Paulo Fonseca e' il supercilioso allenatore di una squadra inesistente. la bostoniana Roma. Ieri sera ha pareggiato allo stadiodi Graz, Austria, col Wolfeberg. Lo stadio ha 19mila posti, il Wolferberg fino al 2016 militava nella serie b austriaca. Proprietario che possiede segherie e che, come previso, ha segato la miserabile compagine giallorossa. Se Kluivert e Toniolo sono campioni Hemingway e Steinbeck si alternano a scrivere questo Zaccablog. Se non era per il 37enne San Antonio Mirante, il portiere che l'anno scorso Claudio Ranieri chiamo' in porta per salvare una stagione disastrosa fino ad allora grazie al portiere della nazionale svedese Robin Olsen ora al Cagliari - che domenica sara' all'Olimpico quindi occhio a Giovanni,figlio di Diego Pablo, Simeone - si perdeva 5 a1. Meno male che non c'era lo spagnolo Pau Lopez. Parlare male della squadra e' da laziali? Criticare chi va, sempre e comunque, in trasferta e' da bastardi? Si, Luciano, sono un bastardo. Ma non laziale. Amo troppo la mia Roma. ho 71 anni e la tifavo, con la mano in quella di mio padre Costantino, da quando ne avevo 3 e la Roma, allora in B, torno' subito in serie A. Daje Roma daje e vaffanculo ammericani&gatti.
Sara' una risata che li seppellira'.
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