Ha ragione
Chi mi legge regolarmente sa che non amo affatto Jose' Mourinho Felix e non mi faccio accecare dai suoi tanti trofei ma dopo Napoli - Roma di ieri mi devo ricredere. Perche' ha detto le cose che, senza la minima corretezza, dico da decenni: il campionato italiano di calcio che si gioca a tre squadre. Inter, che lui ha allenato e ha portato a vincere nello stesso anno campionato, coppa Italia e Champion's League,Milan e Juventus. Il resto? Comparse piu' o meno buone, esaltanti, rumorose, voilente. E' inutile dare 3,5 in pagella all'arbitro se quello, poi, concede un discutibile rigore ai partenopei e ne nega uno, enorme, ai giallorrosi per fallo del portiere azzurro Meret su Nicolo' Zaniolo che sembra rinato. Esaltarsi per la tripletta ingfrasettimanale al Bodo Glimt fa male a lui, all'allenatore, alla squadra e ai tifosi ma non va affatto bene che Paolo Di Canio, ex laziale mussoliniano, dica che sette giocatori della squadra norvegese si guadagnano da vivere scaricando casse di salmoni norvegesi. Sbaglia lui, che Lotito non ha voluto in societa' e la tifoseria si e' subito adeguata, e sbaglia la Roma, che esalta come grande impresa la vittoria contro una squadra piazzata 250esima nella classifica stilata dalla Uefa. Nella vita occorre sempre essere lucidi, onesti, sinceri, seri. Di Canio - ancora amatissimo in Scozia, dove gioco' col Celtic, e Inghilterra, col West Ham, non e' nuovo a lanciare acide, dure, terribili accuse ai romanisti ma, per una volta, qualche scienziato del Dio Palla - oppure io che non sono nessuno - dovrebbe ricordargli che la Roma ha giocato in erie B una sola stagione, quando per tornare in serie A occorreva vincere il campionato cadetto dove si era militato - mentre nella serie cadetta, la serie B, i laziali, che non hanno nessun legame di parentela con i romanisti, ci hanno giocato per un totale di 11 anni. Questo per amore della Storia. che, anche nel calcio, e' maestra di vita.
Cambia il direttore d'orchestra ma la musica sembra non cambiare. Via Virginia Raggi, subito eletta presidente del comitato ExpoRoma30, e dentro Roberto Gualtieri. Ottimo chitarrista ed affabulatore. Eletto con meno di 700mila voi in una citta' di 5 milioni di abitanti. Prima gli autobus prendevano fuoco per assenza di manutenzione, ora gli autisti delle linee notturno vengono selvaggiamente picchiati, gli animali continuano a muoversi indisturbati, le aree di degrado estremo continuano ad aumentare. Ma sono sparite dalle pagine dei giornali. Di tutti i giornali.
Ieri e' morta a 77 anni Catherine Spaak, sogno drotico proibito degli italiani negli anni '60 e '70, ma in tv si e' dovuti ricorrere al collegamento col defenestrato, finalmente, direttore della veltroniana sagra cinematografica romana meglio nota come la Festa Del Cinema di Roma, cioe' Antonio Monda. Ma critici cinematografic italiani che vivono e lavorano e scrivono in Italia, e non amici di Martin Scorsese e Robert De Niro, non si trovavano? Non ci sono? Possibile? Quanto sara' stato pagato? La Spaak era donna colta, educata, elegante e mritavai meritava di piu', assai di piu'. Era, o non era, la creatrce, e conduttrice, di Harem, deliziosa trasmissione di Raitre che andava in onda il sabato per 15 anni, la moglie di 4 mariti, la madre di due figli, Sabrina e Gabriele, la folgorante attrice di I nc inganni di Alberto Lattuada, quando aveva solo 15 anni, La voglia matta, La parmigiana, L'armata Brancaleone, Febbre da cavallo e tante altri grandi film? Quando crescevo la Rai, ora anche le tantissime reti private, le avrebbe dedicato un gran bel ciclo a cura dei defunti e rimpianti Pietro Pintus o Fernaldo Di Giammatteo, ora no. Blockbusters, piattaforme - neanche fossero portaeree - Netflix, Amazon, HB0. E pensare che l'allora direttore di Raitre, il mio ex collega Paolo Ruffini, nipote cdel defunto cardinale di Palermo Attilio e ora l'uomo che si occupa cdella comunicazione delllo Stato Citta' Del Vaticano insieme a un'altra mia ex collega e amica, Maria Rita Pinci, educatamengte la chiamo' per dirle che Harem, nonostante gli ascolti lusinghieri, non sarebbe piu' andato in onda. E senza darle spiegazioni. Accetto' l'incompresibile, per lei e per il tutto pubblico, decisione senza fiatare e si rivolse subito a Giorgio Gori, che allora guidava la casa di produzione Magnolia ed ora e' sindaco dell'addolorata Bergamo, il quale la senti' in silenzio, si disse entusiasta del progetto e poi le disse che c'era un solo problema per la realizzazione immediata. Lei chiese quale e lui, gelido, le rispose "signora, e' vecchia". Aveva 60 anni. Anche cosi' si annichilisce, distrugge l'Italia. Adieu, madame Catherine.
Sara' una risata che li seppellira'.
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