Due pellicole
In fabric e Vita& Virginia hanno illuminato la mia grigia settimana e spero, se mai arriveranno in Italia, faranno lo stesso con la vostra. Peter Strickland, che aveva gia' direttto Berberian Sound Studio e The duke of Burgundy, aveva gia' fatto mostrato ampiamente la sua mente immaginifica ma con In fabric si supera larghissimamente. Ringrazi e si inchini davanti, si prostri all'algida Marianne Jean Baptiste, all'intero, superbo cast, alla costumista e ai musicisti che hanno creato una colonna sonora che avvolge ed inquieta. E si complimenti per l'idea, estremamemte semplice ma lentamente, inesorabilmente sconvolgente, che ha avuto circa il vestito rosso al centro di non una ma quattro vicende come si capira' nel corso dei 118 minuti della pellicola. Inglese. Certo saa' difficile, d'ora in poi, acquistare un vestito rosso ma tant'e', il capolavoro e' fatto. Echi fortissimi dell'originale Suspiria, non quella risibile di Luca Guadagnino che ora firma le sfilate delle Sorelle Fendi, e delle note dei Goblin, molto argentiano ma senza troppo sangue, In fabric rimanda a qualsivoglia buon cinema che venga in mente. Un capolavoro? No? Poco di manca.
Cosi' come poco ci manca con Vita&Virginia. Che, ovviamente, non e' piaciuta a una delle firme della critica cinematografica de The Irish Tiimes. Per me una certezza, una garanzia, una sicurezza. Non so cosa e come abbia studiato la signora/signorina Brady, certo non sa, non ha digerito il legame Sackville-West/Woolf e il Bloomsbury set. Film irlandese-inglese firmato da Chanya Button, Vita&Virginia si avvale delle magnifiche Gemma Aterton, nei panni della Sackville-West, e di Elisabeth Debicki - recentemente vista nel godibilissimo Widows col premo Oscar Viola Davis - in quelli della Woolf. C'e' un'eleganza che viene da lontano, dalle produzioni Merchant-Ivory. Cura maniacale, viscontiana, ai particolari, attori/attrici mai sopra le righe, scene, costumi, musiche perfetti: cosi' si crea un film da raccontare e raccomandare. Le scene di amori omosessuali? Nuvole rosa. E poi, diciamolo chiaramente, chi non accetterebbe di avere una moglie come Gemma Aterton -Vita Sackville West vestita in modo maschile ma cosi' elegante da mozzare il fiato. Ero entrato in sala scettico, dopo 110 minuti ne volevo di piu'. Molti di piu'. Una domanda mi e' sgorgata spontanea: quale prodottore italiota avrebbe messo i soldi per realizzare Ingabric e Vita&Virginia? Comunque, per darmi un tocco d'intellettuale, leggete il libro, i suo piu' venduto e anche uno splendido filmdell'inglese SAlly Potter con Tilda Swinton, Orlando che la Woolf dedico' alla Sackville- West. Formidabile, nelle pochissime scene in cui compare, Isabella, figlia di Roberto Rosellini e Ingrid Bergman, Rossellini. Riempie lo schermo.
Sara' una risata che li seppellira'.
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