Sunday, 19 February 2023
Tre film e...
Tre film e...
Basta Sanremo? Basta. E allora diamoci al cinema. No, non quello cervellotico, laido, sporcaccione, assurdo. No, storie che possono essere drammatiche, vere, false, divertenti. Comunque storie. La prima e' quella della cantante Lillian Roth, portata sullo schermo dalla rossa, bravissima Susan Hayward che per quell'interpretazione vinse al festival di Cannes del 1956 il premio per la miglior interpretazione femminile. Se avete mai bevuto troppo guardatevi il film, diretto da Daniel Mann, e poi vedete un po' cosa dovete fare. Con la srepitosa Susan recitano, splendidamente, Jo Von Fleet, Richard Conte e Eddie Albert che vi ricorderete in Vacanze romane di William Wyler accanto ad Audrey Hepburb e Gregory Peck. Certo, non ci sono scene di nudo spinto o copulazioni ma...Ivano Di Martino? Chi e' costui direte. E' il regista di un signor thriller ambientato nel ricco Nord Est veneto. Una storia nera e, purtroppo, spesso vera. Cast superiore composto da Marco Giallini, Michela Cescon, Massimiliano Gallo - sembre piu' bravo in tutto quello che fa - Erica Blanc, Cristina Flutur, credo rumena e sicuramente otttima, Bebo Storti e Vinicio Marchioni. L'ansia, l'angoscia, la paura si fanno spettacolo. E che spettacolo. No, non e' stato un successo, fortunatamente, ma resta una grande pellicola. Come Quasi orfano di Umberto Carteni. Commedia tra Milano e la splendida Puglia, la "Svizzera d'Italia". La' la neve, li' il mare piu' pulito d'Italia. Cast perfetto a partire dalla magnifica Vittoria Puccini a Riccardo Scamarcio, Antonio Gerardi, Grazia Schiavo, Bebo Storti e i super Nunzia Schiano e Adriano Pappalardo. Si, il cantante scoperto da Lucio Battisti, il primo che ingaggio' nella sua etichetta discografica Numero Uno. Anche qui c'e'qualcosa che non va, si sente puzza di bruciato ma qui, al contrario di Villetta con ospiti, si ride assai. Sorattutto nella nuova Milano indirizzata - no, gia' nel - al Terzo Millennio. Appunto, me vie' da ride.
E..e se ne e' andato anche, dopo una breve malattia, forse ilmiglior chitattista elettrico italiano. Che aveva cominciato a suonare quando aveva solo 8 anni. Nato a Roma e trasfderitosi con la famiglia a Milano quando era adolescente al Piper Club di via Tagliamento, quando veniva col suo cespuglio di capeli, era quello che sapeva tutto dei nuovi chitarristi e gruppi. Una persona di estrema cortesia ed educazione. Un sgnore della sei corde. Che, morto, e' stato amico e compagno e fratello di tutti. Unico ricordo vero, breve e tecnologicamente perfetto, quello del mio capo al Messaggero, Marco Molendini. Er Molenda. Io non scrivo nulla, ricordo solo due dei tantissimi nomi con cui ha suonato, vale a dire Lucio Battisti, con i Formula Tre, e Franco Batiato. Basta?
Partira' da Firenze il nuovo tour di Renato Zero. Curato nei minimi particolari, come sempre, da lui, che, leggo su Dagospia nell'intervista concessa al metallaro Paolo Giordano cde Il Giornale, e' stato assai buono con i "cantanti" del recente Festival di Sanremo. Relazionero' piu' in la', ora penso a Roma - Verona.
Sara' una risata che li seppellira'
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