Bravo, Nigel
Tra un brindisi e l'altro e in attesa, il prossimo 23 giugno, del "giorno dell'indipendenza", Nigel Farage, leader dell'nglese Brexit Party che inviato 29 deputati all'europarlamento di Bruxelles, si e' detto un grande ammiratore di Charles Stuart Parnell, l'inytellettuale irlandese che passo' la vita a combattore gli invasori inglesi. Parnell scaccio', guidando i braccianti e contadini che lavoravano per lui a salari infami, il prprietario terriero, il capitano inglese Richard Bycott, dalle sue terre. Come Braccianti e contadini smisero di lavorare per lui, parecchi rischiando la morte per denutrizione, lui ricorse all'esercito ma alla fine se ne dovette tornare a casa, in Inghilterra. Farage e' un genio dell'economia e della politica. Via tutti e al lavoro mentre lui e Boris Johnson brindano. I giacimenti marinoi di petrolio sono scozzesi, e la Scozia ha votato contro il Brexit, le miniere in Galles le ha chiuse Margaret Thatcher, 25 grandi banche e istituzioni finanziarie andranno via - in Olanda, BWally Sielgio, Francia e Germania - la Toyota chiude le sue fabbriche, cosi' come sta facendo la Ford, l'inglese Jaguar perora ha tagliato 5mila posti di lavoro, a rschio di chiusura i cantieri navali di Belfast ove, tra l'altro, costruirono il Titanic e la nave gemella Lusitania. Via tutti gli stranieri - i non nati in Inghilterra, prima la moglie del principe Harry, Megan l'americana come la Wally Simpson del principe ereditario che per lei abdico', Edoardo. E sotto con le gtante risrse inglesi. Il te'? No, no, e' indiano o dell'isola di Ceylon. Che importa? Theresa May promise di fare l'Inghilterra piu' grande di sempre nel giro di pochi mesi. Noi europei stiamo aspettando fiduciosi. Altro leaders no, e fanno bene. Il gioco e' bello se dura poco, il gioco al massacro non lo e' mai e poi mai.
Col secondo governo Conte l'Italia svolta sinistra. E andiamo. Era ora. Peccato per la poattaforma Rousseau. Io e il mio amico Pierrenato siamo indecisi se aderire alla piattaforma Stalin o alla piattaforma Vorkuta. Ma che soddisfazione. Il leghista Salvini lascia la discoteca Papeete di Milano Marittima - scuate, il ministero dell'Interno a Roma - Luigi Di Maio diventa ministro degli esteri. Dagli spalti dello stadio San Paolo di Napoli alla prestigiosissima ribalta internazionale.
Venezia si avvia alla conclusione e brividi zero. Li da' solo il documentario sulla nafia di Franco Maresco. E Roberto Saviano. Criticarlo o dubitare di quel che dice e' un gravissimo attentato alla democrazia. Saviano che continua a sputare su Napoli, a infangarla e non accenna alle pesanti intimidazioni contro lo scrittore napoletano di letteratura poliziesca, Maurizio Di Giovanni, e alla sua famiglia. Occhio al fatturato. Milioni con cocaina e Gomorra. parlandone e scrivendone.
Ma l'italoamericano Pallotta James e il toscano, residente a Londra ma per poco ancora, Baldini Franco sanno aleno dove e' l'Armenia dell'ultino fenomeno acquistato, - no, e' in prestito - e la sua storia inglese di cacciate illustri? E Smalling, scarto del Manchester United, il quale dichiara che la Roma di Fonseca e' costruita per vincere la coppa Uefa? Era molto alto il seggiolone dal quale caduto da bambino?
Cambiato carattere, non so ;perche', boh.
Sara' una risata che li seppellira'.
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