Leonard Cohen
Thanks for the dance e' il cd postumo di Leonard Cohen ed e' certo meglio della sua ultima produzione, peraltro sempre eccelsa. Lavorando col figlio Adam, e sentendo la morte avvicinarsi, Cohen ha tirato fuori tanta, tanta poesia. Che questo mondo non merita, rifugge, non vuole. Cd per chi ha cuore e cervello. E gusto per gli strumenti suonati superbamente. Happens to the heart, Moving on, The night of Santiago, It's torn, The goal, Puppets, The hills, Listen to the huminbird sono pezzi magistrali, tra la sua voce, la musica e gli arrangiamenti. Ebbi la fortuna di invitarlo a suonare all'Aula Magna dell'universita' La Sapienza di Roma nel 1969. Aula stracolma. Lui, la sua chitarra, il suo fascino, ragazze in subbuglio per questo lungilineo, taciturno israelita canadese dal naso adunco. Il giorno dopo, novello ma provetto studente di lingue e letterature inglese e americana , venni chiamato in istituto dal chiarissimo professor Agostino Lombardo, docente di letteratura nordamericana, e credo che quel giorno lui, messinese compostissimo, fece sentire la sua voce fino alla stazione Termini. Salvo poi ringraziarmi dell'improvvida, afffollatissima iniziativa che avevo preso. Da giornalista lo intervistai una volta e recensii due volte. In tuttol'ho sentiton4 volte. Fortunato me. Il meglio del meglio del meglio. All'intervista, all'hotel Parco dei Principi a Roma, a ridosso di villa Borghese, era vestito di grigio, magliettta nera - si era in estate- e stivali di pelle. Le colleghe, vestite leggerissimamente, non indossavano treggipetti e si sporgevano continuamente verso di lui sorridendo al che, a un certo punto, sbottai in romanesco, tipico Zaccagnini, e potei fare una signora intervista. Dissi "Aho' a belle, la finite de fa le zoccole? La volete pianta' de mostraje le zinne? Grazie". E potei lavorare. Tra l'altro il Parco dei Pincipi nel 1963 ospito' i Beatles quando suonarono al cinema teatroAdriano, nn l'attuale immondizia pseudoyankee di proprieta' di Massimo "Diaviletto" Ferrero, e, piu' recentemente, il segretario del Partito Comunista Cinese con consorte e delegazione al seguito.
La Roma ameriana ha licenziato anchelo storico difensore Antonio, detto Tonino, Tempestilli. "Cicoria" Tempestilli. Ora tocchera' a Mauro Baldissoni, elegantissimo yesman. Non gli e' bastato.
Il "re degli hedge funds" James Pallotta dusse, abbracciandolo, che Rudy Garcia era "il nostro Ferguson". Come allenatore, ora del Lilla, e' statisticamente ilpeggiore della Champion's League. Che occhio, Pallotta. Se vendera' a Friedkin o stadio si fara'? Io di Friedkin degni di nota conosco solo William. Che e' un famoso regista - tra l'altro l'adrenalico thriller Vivere e morire a Los Angeles - e non un concessionario di automobili giapponesi, nella fattispecie Toyota.
Il leader degli studenti rivoltosi di Hong Kong se l'e' duramente presa col ministro degli esteri italiano, Luigi Di Maio, per non averli difesi. Capito che leader? A difenderli ci ha pensatoDonald Trump, scatenando l'ira funesta della Cina. I patti si rispettano. Dopo cento anni Hong Kong, colonia inglese, e' tornata alla Cina. Punto e basta. Meno male che Superdonald adesso cerca l'alleanza con Giorgia Meloni. Basta Matteo Salvini, troppo vicino a Putin. E la Camera, davanti agli sgomenti studenti in visita, che fa? Fa selvaggimente a botte, no?
Sara' una risata che li seppellira'.
Il "re deglinhedge funds" per il calcionha fiutoe
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