Friday, 25 August 2023

Tre libri

Tre libri Prima che si brucino definitivamente i neuroni - di destra, centro e sinistra - diamoci una scossa altrimenti ci ridurremo a discettere e discutere sull'immenso potere che Giorgia Meloni ha dato alla sorella maggiore Arianna, al di lei marito Francesco Lollobrigida che ha dichiarato, spalleggiatto dal presidente del Senato Ignazio La Russa, che "i poveri mangiano meglio dei ricchi" - peccato che i poveri non abbiano i soldi per fare la spesa - o sulle telenovele Lukaku-Roma e nuovo stadio della Roma. Certo si potrebbero sviscerare i drammi personali, professionali ed umani dietro il disvelamento dei palisesti televisivi - lacrime e sangue - ma lasciamo perdere, non rattristiamoci e aggiungiamo il nome di Ivana Spagna a quelli di Gianni Morandi e Enzo "Pupo" Ghinazzi presenti ai funerali di Salvatore "Toto" Cutugno. Solo tre. Sempre uno scandalo rimane. Tre libri? Si. In italiano piu' uno, storico e strepitoso, in inglese. Letture di fine agosto e, spero, per i prossimi mesi. Da acquistare da librai, non ideologi che censurano. Voltaire diceva "non corcordo in nulla su quello che dici, pensi e scrivi ma mi farei uccidere se non ti permettessero di dire, pensare e scrivere quello che dici, pensi e scrivi". Due francesi, due italiani e un'inglese. Ale'. Cominciamo col francese Frederic Dard edito da NeroRizoli, nato nel 1921 e morto nel 2000, popolarissimo per la serie del commissario Sanantonio, e mamma Felicie, 175 libri ppolizieschi esilaranti contro i 79, piu' innumerevoli racconti, del suo grande amico, il belga, di Liegi, Georges Simenon potagonista il commissario Jules Maigret, e la moglie Louise. Come lui - si scambiavano avidamente i libri che avevano appena finito di scrivere - Dard e' stato un grancde maestro della letteratura noir e i libri pubblicati sinora da NeroRizzoli lo dimostrano ampiamente. Il montacarichi, I bastardi vanno all'inferno, Gli scellerati, Il prato all'inglese e Negli occhi di Marianne solo il subdolo male quotidiano che permea le nostre vite, sta a noi scacciarlo. Un signor scrittore. Come Henry Chauvin, nato a Parigi nel 1847 e morto a Losanna, in Svizzera, nel 1899, che con L'investigatore Maximilien Heller anticipa di decenni - lo dice Marco Marvaldi, presto in libreria, e lo dice il sottoscritto, il personaggio sempiterno di Sherlock Holmes del dottor sir Arthur Conan Doyle. Lascio che l'introduzione di Marvaldi, dotta e sapiente, vi illumini, aggiungo solo che ci sono anche forti echi del formidabile, intrigante I misteri di Parigi di Eugene Sue e de I Beati Paoli di Luigi Natoli - Aldo, credo il nipote, e' stato un dirigente del Partito Comunista Italiano - feuiletton storico-fantastico che la Sellerio anni fa ha pubblicato in due volumi. Letture accattivanti, avvincenti, sopraffine. Come Il diritto dei lupi dei piacentini Stefano De Bellis ed Edgardo Fiorillo, edito da Einaudi Stile Libero. 723 pagine - troppe, a Zaccagni' - che vi porteranno nel cuore lercio, pulsante, sanguinoso e sanguinario, della Roma dell'80 avanti Cristo, dopo la terribile guerra civile tra Silla e Mario, quando per i romani contavano "fides, pietas, majestas, virtus, gravitas", Cioe' "fede, pieta', maesta', virtu' e gravita'". Un tomo non indifferente che val la pena di leggere cosi' come il secondo volume della storia. La stagione ddelle erinni, protagonisti sempre Marco Tullio Cicerone da Arpino, principe del Foro, e Tito Annio Tuscolano da Roma, ex centurione. Che avventure, che intrighi tra lo spionaggio e il poliziesco. Altra storia, la vera Storia, Empire of the steppes di Kenneth W. Ward edito da Bloomsbury, costo 30 sterline. La steppa, le steppe hanno messo, chissa' perche', sempre paura, i grandi capi che le hanno percorse erano esseri umani come noi pero' la paura rimane. Attila "flagello di Dio", Genghis Khan - l 'aereporto internazionale di Ulan Bator e' dedicato a lui e proprio li'c'e'una statua gigantesca di lui, Tamerlano "il principe della distruzione", Tamasin e persino la sovrana Tomiris, regina dei Massageti e capo supremo del suo terribile esercito composto solo da donne, nelle pagine di Hart prendono vita, affascinano, avvincono e impressionano se, e non se ne puo' dubitare dopo la lettura, un solo guerriero mongolo in battaglia poteva uccidere trecento, e dico trecento, nemici. "Me riccomanno, nun li fate arrabbia'. Quarcuno a gioca' ne la Roma no? Uzbeki, iraniani, norvegesi, portoghesi, brasiliani si e mongoli no?". Empire of the steppes e' un grande libro storico, se conoscete l'inglese compratelo e stupitevi. A posto per il fine vacanze e per l'autunno? Buona lettura. Sara' una risata che li seppelira'.

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