Saturday, 19 March 2016

A touch of Cloth

A touch of Cloth

Cloth, nel senso di Jack Cloth. Forse uno dei detectives piu' affascinanti, strani e violenti che la tv inglese, la tv in generale, abbia mostrato recentemente. va detto che gran parte del meritoo del successo va ascritta al protagonista John Hannah - lo ricorderete sicuramente nei tre film de La mummia con Brendan Fraser e la signora Craig, Rachel Weisz, vale a dire mrs, Bond - che dipinge un poliziotto violenbto e pieno di dubbi. Che le tre avventure certo non lo aiuteranno a fugare. Anzi, ognuna aggiungera' dubbi e verita' sconvolgenti fino allepilogo, finora, sconcertante. Con Hannah u gruppo di attori professionisti da leccarsi i baffi, e cioe' Susanne Jones, Julian Rhind-Tuft, Adrian Bower, Navin Chowdhry, Stephen Dillane, Todd Carty, Daisy Beaumomt, Anna Chancellor e Karen Gillan. Devo dire che la sceneggiatura firmata da Charles Brooker, che e' poi l'autore del mesmerico Broken mirror, prometteva bene ma non cosi' bene. Mi picco di intendermene ma devo dire che stavolta ho fallito  miseramente a  ogni puntata. Che parte da un'idea vincente'La storia si dipana. Si. va bene, gran parte delle serie tv e' basata su storie che si dipanano direte voi, Ma non incalzando come questa. Che a quasi ogni inquadatura inchiodaa e spiazza. Ichioda e spiazza anche il vedere certe immagini, ad esempio una foto di Kurt Cobain appesa al muro della stazione dinpolizia di Town. O le scritte che vengono inquadrate edovrebbe esssere manifesti della polizia. O volti noti cooptati nella vicenda interpretando personaggi ma la cui immediata presenza  colpisce, ad esempio un famoso, simpatico cronista sportivo. Brooker prima con Broken mirror e ora con A tocuh of Cloth e' riuscito a ricostruire alla perfezione il clima di incertezza, tensione e terrore della seri televisiva piu' famosa e imnportante di sempre, The prisonerz. Il prigioniero. Che qualche anno e' stata rifatta negli Stati Uniti d'America, Jim Cavaziel al posto di Patrick McGoohan tratta da uno dei capolavori della fantascienza scritto da Thomas M. Disch nel 1967 e che da allora non ha trovato paragoni nel descrivere e immagine un mondo perfettamente cloroformizzato. "I am not number 6" risuona sinitro come grido di liberta' nel villaggio di fantasia, ma realmente esistente in Galles e ogni anno di u nutrrito pellegrinaggio da tutto il mondo nonche; di un'affollatissimo radumo. Come la bolla bainca che insegue il protagonista il quale cerca  sempre di sfuggire ad ogni puntata. Una volta visto u'episodio sara' molto difficile scrollarsi di dosso il sottile terrore. Come nel caso, quasi 50 anni dopo, con A touch of Cloth. Il cinema di oggi? La tv di oggi? Mi tengo la tv seriale. Possibilmente non statunitense. Che nasce soprattutti sui giornali Usa e getta.

Il Guardian, il quotidiano inglese che sicuramente e' la punta di diamante dei giornalismo mondiale, licenzia 100 giornalisti per salvarsi e andare avanti, continuare la sfida. Parola del nuovo direttore, una donna. Di ferro. Che ricorda tantissimo, con i suoi metodi e la sua prassi asai spiccia, un'altra Lady di fero che ha lasciata prostrata la Gran Bretagna.

Nonostante le fumose acquisizioni editoriali, anni fa la Feltrinelli vendeva i libri al chilo e questa e' la concezione che della Cultura ha la classe dirigente e politica del Paese piu' bello del mondo, e le fusioni, sfuse e a pacchetti, dallo scorso anno l'editoria italiana ha perso la meta' delle copie. la riceta della salvezza, pero', resta sempre quella: niente notizie ma tonnellate di aria fritta e stantia cucinata sempre dagli stessi che ormai stintano a reggersi in piedi visti gli anni che hanno lautamente incassato stando in ginocchio o proni e rigorosamnete a lingua penzoloni. La ventata di nuovi direttori, statene certi, cambiera' tutto. Conoscendone alcuni ne sono sicurissimo.

La presentazione del progetto del nuovo stadio dell'A.S. Roma slittera', parola bostoniana del presidente James Pallotta, ancora di un mese. Il progetto prednente era risultato, anche a loro, un po' sbagliato. M a solo un po'. Ne\anche l'avesse progettato l'ultrasinistro,  e ultra milionario, architetto masimiliano Fuksa, il creatore della veltroniana Nuvola. Ancora nonfinita e i cui costi sno talente lievitati che si e' speso gia' cosi tantonda poter le Sette Mearaviglie del Mondo sotto il fiero cipiglio del fumiigante Fuksas. Che il mio amico Roberto D'Agostino su sul sito dagospia ha ribattezzato Fuffas. Ricordo umilmente al "re degli hedge funds" che i 90anni dell'A.S.oma cadranno nel 2018 e che lui  ha promesos di sparsi in testa  se il nuovo stadio non sara' pronto nel 2021. Gli consiglierei, da umile suddito romanista, di affrettarsi alla prima armeria. magari prima consultandosi con Fuksas/Fuffas.

Ricordate, sara' una risata che li seppellira'
 

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