Rita non c'e' piu'
E' morta Rita Sala. Come me lavoro' al Messaggero per 33 anni. Due lauree al Dmas della sua Bologna, bella, intelligentissima, procace come poche, non si tirava indietro dinanzi a qualsivolgia compito. Per alcunianni sono stato il suo supwriore e devi dire che una perosna cosi' disponibile non l'ho mai incontrata. Colta sul serio, sapeva di teatro edi opera come pochi altri ma non lo dava mai a vedere in un mondo in cui, donna, veniva presa in considerazione sopratutto per le sue notevoloi doti fissiche. E' morta perche' si e' trascurata e perche' pensava di non invecchiare mai visto l'aspetto giovanile e prorompente, che ha sempre avuto e che ha fatto girare piu' di una testa, anche famosa e famosissima, non accenava a svanire. Non le ho mai sentito dire "Zacca, questo non si puo' proprio fare", col suo accento bolognese, che non aveva mai perso, diceva modestamente "vediamo che posso fare" e si immergeva a testa bassa nelle sue agende capacissime dove credo avesse ogni e qualsivoglia numero telefonico. E via con le intervsite esclusive a premi Nobel e Oscar. a tutti. "Per il giornale. Il Giornale, la sua religione laica. Mi chiamo' due volte qui a Dublino. Graditissima. La prima per chiedermi un ricordo del mio grande amico Lou Reed e l'altra per parlare del nostro grande amore in comune, l'A.S. Roma. Si' perche' Rita era romanista vera e vorrei che la sua bara fosse ricoperta di giallorosso. Lo stesso colore del mio, del mio cuore. Poi io e lei avevamo un tratto comune, che in molti avranno pensato fosse un legame amoroso ben nascosto. Tutt' altro. Eravamo entrambi orgogliosi di esserci, lei due volte, laureati molto bene nonostante le difficolta' incontrate nel corso dei nostro corsi di laurea. Certo. Qui forse riderete ma quando con i capelli e la barba lunghi inforcavo la mia possente Moto Guzzi a lei che veniva da una buona famiglia lavoratrice di Bologna dovevo sembrare un'antico guerriero romano. O un micidiale, possente barbaro. E un giorno si decise ad "attraversare il Reno" non sapendo di confrontarsi col Timido dei Timidi. Mi chiese se poteva chiedermi di accompagnarla a casa e io, circondato da sguardi vogliosi, vinsi la mia timidezza e le dissi di salire in sella e stringersi forte. Cosa che, obbediente, fece subito. Poi le dissi di non moversi e di sistemere ben ferme le estremita'. Fece anche quello con compostezza e forza. Sul pedale delle marce cosi' facemmo un balzo dal marciapiede di via del Tritone sin ben dentro all'atrio del giornale tra sguardi esterefatti e impauriti. Pronta col suo, allora forte, accento bolognese disse, a me e a tutti, "scusca tanto, scuscate tutti" e si rassetto' la formidabile massa di capelli neri. Scusata, Ritina. Perche', lo sai, tu sarai e resterai sempre Ritina Il palcoscenico e' tutto tuo e vedrai che incontrerai anche Paolo, Poli. Forza Roma.
Ricordate, sara' una risata che li seppellira'.
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