Saturday, 30 March 2019

Il Cinema

Il Cinema

A volte, sempre, rimirandoci nel'Arte ci si risolleva non poco. E' il vcaso, in questo caso, fdi Cinema con la C maiuscola. Sia che si debba, non mestamente, ricordare la regista belga Agnes Varda, scomparsa ieri a 90 anni, e il suo cinema sempre civile, impegnato, diretto, importante - si pensi a un tema drammatico come quello di Cleo dalle 5 alle 8, con un giovanissino Jean - Luis Trintignant, trattato in quel modo - che fu parte importantissima del fenomeno del nouvrau cinema francese capitanaato da Godard, sia che si debba parlare del cinema di oggi. Cinema. Guiorni fa aveva parlato del libanese Capernaum di Nadine Lahani e adesso vedo che, gtrazie ad Andrea Occhipinti e alla Lucky Red, la casa di produzione  e distribuzione che aveva fondato col compagno Kermit Smith stroncato dall'Aids, arrivera' anche sugli schermi italiani. Confusione e' il titolo e il giovanissimo protagonista Zeiss non lo dimericherete in fretta e negli anni a venire lo cercherete, spero, in altre pellicole. Un film? No, un'atto d'accusa terribile sul mondo che abbiamo costruito, e che continuiamo a distrugggere, e dove ci battiamo ogni secondo per sopravvivere. Diversissimo dall'opera prima della Lahani, Caramel. Un sullucchero. 'Nu babba'.
 
A una morte illustre, e un film stupendo, va aggiunto At eternity's gate, il film che il pittore  newyorchese, e grande amico di Lou Reed, Julian Schnabel ha dedicato a Vincent Van Gogh e alla sua tragica fine. Pensate solo che dipense migliaia di quadri ma in vita il fratello-agente Theo riusci' a vederne solo uno. Willem Defoe non ha vinto l'Oscar come miglior interprete e quresto la dice lunga sul premio. Come, in Italia, i 9 premi Donatello a Dogman di Matteo Garrone e il premio alla carriera, 50 anni, a Dario Argento, uno dei maestri assoluti del Cinema Italiano. Registaccio horror? No, maestro vero. Basta divagare sulle miserie italiote e onore a Schnabel che non ha girato bensi' pennellato un'opera destinata a rimanere nel tempo. Con Defoe merito a Rupert Friend, Oscar Isaacs, Mads Michelsen, Mathieu Amalric, Emmanuele Seigneur e Lolita Shammah, una delle tre figlie di Isabelle Huppert. Alla colonna sonora. Alla ricostruzione meticolosa, perfetta. Ai colori della Provenza. Poca contano alcune disattenzioni, la scena con Van Gogh morto e i ricchi curiosi che guardano, curiosi e timorosi, le sue tele dispiegate, tutto intorno alla bara, dal fratello Theo. Film spirituale come pochi. Vincent dipingeva, lo disse lui al dacerdote ingterpretato dal gelido danrese Michelsen per Dio, per essere in comunione con Lui. Non so se ci sia riusciuto,  certo e' che e' entrato prepotentemente in milioni di vite. Illuminate, accecate dai suoi colori. Pazzo lui? Allora pazzi tutti.

Volete saperne piu', cinematograficamente parlando, dell'Olandese Sognante? prendete appunti. Lust for life del 1956, protagonista un formidabile Kirk Douglas e poi superbrano rock di Iggy Pop. Dreams del 1990 de Maestro, il giapponese Akira Kurosawa. Ed  ho detto tutto. Martin Sorsese e' Van Gogh. Vincent and Theo del 1991 di Robert Altman. Van Gogh e' Tim Roth, suprrlativo, Paul Rhys Theo il fratello. Van Gogh del 1991 di Maurice Pialat con l'attore-cantante Jacques Dutronc nei panni del pittore. Infine nel 2017 Loving Vincent, film polacco girato anche con capitali inglesi. Sette anni per realizzarlo, dipinto, alla maniera di Van Gogh, ogni fotogramma. Radiosa l'irlandese Ronan con i suoi grandi occhi verdi. Preso nota dei titoli? Adesso sotto a goderveli tutti e cinque. Se amate Cinema e Pittura.   

Avevo promesso un'aneddoto Reed-Schnabel-Zaccagnini e quindi eccolo. Lou vuole cambiare tutte le luci del suo grande loft al Greenwich Village, una vera meraviglia dove mi parlo' 4 ore di sclerosi multipla appena diagnosicatami, Indimenticabile. Lacrime copiose e vere. Mi vuole far distrarre e quindi un giorno mi chiede di anfdare con lui e Schnabel a cercare le nuove lampade. Lou non era accetto. Lou nomn guida quin scripoloso, ero deppiu', Morto deppiu'. Ore ed ore nel grande negozio newyorchese, il ;pi' celebre e fornito del settore, e ogni volta l'interrogatvo amletico " cosa ne pensi?". Alla erza ora sboto. "Lou, sono giornalista, marito padre, ragioniere, dottore in lingue, tifoso romanista, anarchico, buongustaio  ma elettricista proprio no". Grande risata di Lou, Schnabel, uomo di gran mole, piegato in due. Conclusione? Via e di corsa. Al Village, la pizzeria al taglio preferita da Lou, a mangiarci qualche ottimo trancio di pizza napoletana.

Sara' una risata che li seppellira'.

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