Piero Galletti
Il giorno che Roma, la Roma, l'Italia intera piangevano la definitiva separazione, dopo 30 doratissimi e ricchissimi anni, da Francesco Totti, ex Er Pupone e Er Capitano, il mondo intero perdeva un'anima candida, un puro, un'introverso sognatore, uno sincero, uno vero, di quelli che farebbero il mondo migliore se solo glielo permettessero.
Piero Galletti, nato a Roma il 4 ottobre del 1956. Per i cinefili di tutto il mondo Goffredo, l'imbambolato che si interroga e si fa domande in Ecce Bombo di Nanni Moretti, per me amichevolmente "l'uomo-capra". Si, uomo-capra perche' a volte discutendo venivano fuori argomenti che non conosceva ,ti guardava con quei suoi occhi innocenti, queruli e ti diceva "davvero, Pa'?". E io rispondevo, mimando uno schiaffone o uno scappellotto, "E certo, Pie'. Sei una capra. Piero, "l'uomo capra". E per sempre per me e' rimasto "l'uomo capra".
Piero aveva gia' colpito tutti nello storico "Io sono un'autarchico", sempre di Giovanni "Nanni" Moretti, come l'estasiato, estatico spettatore che, da solo, batte freneticamente le mani a un pezzo di teatro alternativo davvero terrificante. Imperdibile.
Piero e la bellissima sorella Valentina erano figli di Mario, storico inviato di guerra dei cdefunti L'Unita' e Pase Sera. Piero era comunista sincero nella vita che si volle fare difficile ma aveva scoperto pestissimo che che il suo comunismo, quello di tanti altri, veniva tradito ignobilmente e quotidianamente da tanti "compagni" altisonanti. E questo lo rese arrabbiato, furibondo, insofferente, insicuro, rabbioso. E tutto cio' mise, e molto di piu', in un'agile libretto, Piu' colla, compagni, scritto con l'amico&sodale, e anche lui attore morettiano, Mauro Fabretti. Libro ovviamente assai osteggiato e inviso all'apparatnikj e all'intellighentsia a falce emartello. Testo imerdibile, da studiare.
La sua e' stata un'odissea assai dolorosa e lunga, rischiarata, si pensa, da parenti ed amici. Si pensa perche' non c'e' nulla di piu' crudele nella vita che sentirsi maltrattati, offesi, vilipesi e poi, alla fine, anche malati gravi. dipendenti da altri per ogni e qualsivogglia cosa
Ma Piero, come tutti i giusti, era un combattente indomito, uno che aveva sbagliato e sbagliava. Ma lo ammetteva con quel "ciai ragione" secco, detto a testa bassa, senza rancore. Se lo ricordi molto bene il figlio Emiliano. Come Zapata.Ne sia estremamente orgoglioso, e la compagna/e di questo gentile, iroso, a tratti incomprensile essere umano.Pierino.
Potrei scrivere e raccontare per giorni ma no, no. "lascia sta, Pa'" direbbe.Per questo era lui e solo lui, Piero Galletti, o Pedro, un defunto giustamente dimenticato da tutti i media. Che non contano piu' nulla. A' Pie', dai cuori nostri non te ne vai, non te ne andrai mai, capito? Mettitelo bene in testa in quella capoccia di ricci. Devo fare condoglianze, riverenze, stringere forte qualcuno? No, Pierino e' andato a combattere altrove, molto piu' in alto. No, credo molto piu' in basso. Ah, e daje Roma daje.
Sara' una risata che li seppellira'.
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