Giornalisti sanremesi
Cifre da summit termonucleare per il 69esimo festival di Sanremo, come ha ben scritto su First online lo storico e possente gia' capo ufficio Stampa Rai Antonio, detto Tonino, Manzi. Da me chiamato "onorevole" per una certa somiglianza fisicacol fu Craxi Benedetto, detto Bettino, morto in esilio in Tunisia. 1443 giornalisti, 259 testate, 525 giornalisti di agenzie, quotidiani, periodi e gli inviati del web, giornali radio e telegiornali nazionali. 84 inviati della stampa estera! Piu' 120 fotografi. Allasala stampa "Lucio Dalla" - povero Lucio - sono invece accreditati in 750 in rapresentanza di tutto e il contrario di tutto. Potenza dell'Informazione Italiana.
Che ieri ha informato che la 45enene Alessia Marcuzzi pensa di avere il seno tropo grosso. E lo mostra in ogni posa. Che segugi!
Sara' una risata che li seppellira'.
Wednesday, 6 February 2019
Non e' possibile
Non e' possibile
Alle soglie dei 70 anni il Festival di Sanremo, che mi vide onesto e onusto lavoratore per 19 anni, alla prima serata ha gia' dato il peggio di se'. Ed e' li' a dimostrare la natura vera, unica e ultima della morte del Gornalismo Italiano. L'impellente, imperdibile, incredibile ascesa dell' infoitment, vale a dire informazione e intrattenimento.
Che potrebbe, in teoria, andar anche bene ma quando diventa solo enterdirtmeneint - entertainmentdirtyenterteinment, cioe' divertimentosporcodivertimento - non va assolutamente bene. Se il mondo di Instagram impazzisce per la trilionesima modella, stavolta russa, sguaiatamente nuda non e' detto che tutto il mondo civile stia impazzendo. Quello incivile certo.
Q uello che guarda e si accapiglia, si azzuffa, si maltratta, si insulta per Sanremo e i suoi cascami, i suoi vestiti, le sue acconciature, le sue "canzoni", i suoi "cantanti". Sanremo era una bizzarra anomalia nel 1986, quando andai, controvoglia e pena licenziamento immediato se mi rifiutavo di andarci, per la prima volta - vinsero Morandi-Ruggeri-Tozzi con Si puo' dare di piu' e Pippo Baudo, con voce rotta dal pianto, annuncio' la scomparsa di Claudio Pica, in arte Villa - e adesso e' l'Italia confusa, corrotta, e terribile di oggi.
In mano a due formazioni che fanno dell'ignoranza, dell' nefascismo, del neonazismo, della paura, del razzismo la loro forza d'urto. Non dimentichiamoci la supercriminalita' organizzata e la tossicodipendenza diffusa ed estremamente pericolosa.
Sanremo famosi? No, siamo morti.
Sara' una risata che li seppellira'.
Alle soglie dei 70 anni il Festival di Sanremo, che mi vide onesto e onusto lavoratore per 19 anni, alla prima serata ha gia' dato il peggio di se'. Ed e' li' a dimostrare la natura vera, unica e ultima della morte del Gornalismo Italiano. L'impellente, imperdibile, incredibile ascesa dell' infoitment, vale a dire informazione e intrattenimento.
Che potrebbe, in teoria, andar anche bene ma quando diventa solo enterdirtmeneint - entertainmentdirtyenterteinment, cioe' divertimentosporcodivertimento - non va assolutamente bene. Se il mondo di Instagram impazzisce per la trilionesima modella, stavolta russa, sguaiatamente nuda non e' detto che tutto il mondo civile stia impazzendo. Quello incivile certo.
Q uello che guarda e si accapiglia, si azzuffa, si maltratta, si insulta per Sanremo e i suoi cascami, i suoi vestiti, le sue acconciature, le sue "canzoni", i suoi "cantanti". Sanremo era una bizzarra anomalia nel 1986, quando andai, controvoglia e pena licenziamento immediato se mi rifiutavo di andarci, per la prima volta - vinsero Morandi-Ruggeri-Tozzi con Si puo' dare di piu' e Pippo Baudo, con voce rotta dal pianto, annuncio' la scomparsa di Claudio Pica, in arte Villa - e adesso e' l'Italia confusa, corrotta, e terribile di oggi.
In mano a due formazioni che fanno dell'ignoranza, dell' nefascismo, del neonazismo, della paura, del razzismo la loro forza d'urto. Non dimentichiamoci la supercriminalita' organizzata e la tossicodipendenza diffusa ed estremamente pericolosa.
Sanremo famosi? No, siamo morti.
Sara' una risata che li seppellira'.
Tuesday, 5 February 2019
Un Cronista
Un Cronista
A 67 anni non c'e' piu' Giancarlo Menicucci. Cronista. Uomo. Non so se Gianca, come lo chiamavo, avesse molti amici, dubito, ma quelli che lo hanno conosciuto e lo hanno avuto come amico e collega non dimenticheranno in fretta. Come e' accaduto per Giuseppe Geraci, il primo che credette in quel brusco ragazzo abruzzzese che sembrava divorare, non fumare, le sigarette. Raffele Alliegro sul Messaggero ha scritto un gran pezzo. Lo ha avuto come ringhioso capocronista.
Figlio di una generazione in cui la Notizia era la Notizia e a quelli si sacrificava tutto per essere sempre i primi, i piu' puntuali all'apppuntamento con i Lettori, i nostri referenti. Posso dire che quel punto, a parte le differenze d'opinione politiche, hanno cementato il nostro rapporto di lavoro ed umano. Chi non ha vissuto quegli anni, quei fatti, quelle situazioni, quegli esseri umani forse non capisce in questi anni di giornalismo "attappetato". Quando c'erano le lunghissime, noiosissime riunioni redazioni io avevo un punto fisso, lui. Se sbuffava, ruotava i guizanti, grandi occhi neri, divorava sigarette volva dire che il signorino, o la signorina, che parlavano non meritavano il suo tempo. E il mio.
Io, poi, mi sono occupato di musica rock, e lui mi sfotteva, ci scherzava sopra. "Ma vai a lavorare. Sul serio". Anche se sapeva che passavo 280/300 sere l'anno fuori casa, in giro per Roma, Italia, Europa, mondo, a sentire musica e fare interviste. Quando si era deciso di aprire una sede di corrispondenza a Napoli, in occasione della guerra lanciata alla vecchia camorra da don Raffaele Cutolo, era stato scelto subito un giovane Giancarlo. Solo lui poteva tener testa a quelle belve affamate di sangue, lui di onesta' e verita'. Se continuo a scrivere rischio il Rimbrotto Celeste - A Pa' ma la vuoi piantare per piacere - ma un'episodio, fine anni '70 , mi corre raccontarlo.
Pieno punk. Al Piper club di via Tagliamento arrivano da Londra i Damned, uno dei gruppi del momento. Devo recensirli. "A Pa', perche' non porti pure me, Mario, Coffaro poi insigne cronista giudiziario, e Marcello, Sorgi poi direttore de La Stampa e del Tg1 tra l'altro? Finiamo al giornale, tu dici che cominceranno tardi quindi...".
Detto fatto. Verso le 23 arriviamo al Piper Club e loro stupiti vedono che con me nessuno chiede niente Anzi, l'eccessivs cortesia fa arricciare le nero sopracciglia di chi chiamavo "la testa piu' lucida del giornalismo italiano". I Damned non arrivano, viene offerto da bere. Fulminati da Giancarlo Mario e Marcello accettano, timorosi, acqua minerale. Il quartetto sbuca nel buio e tra il fumo. Occhio, subito, al truccatissimo, da Dracula, Dave Vanian e alla giacca e basco rossi del bassista Rat Scabies. Watts scatenato, come il giovanissimo pubblico che comincia a ballare spintonandosi e sputando verso gli albionici, sbigottiti musicistiti. Apoteosi punk. Giarcarlo mi si avvicina, ennesima sigaretta tra le dita, e mi dice "A Paole', adove ci hai portati? Questi sono tutti matti. Noi ce le andiamo. Ci vediamo domani al giornale" trascinandosi via Mario e Marcello, sicuramente intimoriti dalla miscela Menicucci-punk.
Santa, la moglie, era, come gli dicevo sempre "santa di nome e di fatto perche' ti sopporta, Giancarletto". E anche i tre figli. Pensate, tre MEnicucci pr il mondo! saranno unici.
Pezzo troppo lungo? Non divagare, Paolo. Dove sta la Notizia? Ce l'hai? Allora dalla. Maledizione, maledizione, maledizione la do. Giancarlo Menicucci e' morto nel Salento, dove si era ritirato avivere con la famiglia, per un'aneurisma cerebrale. E' morto un Giornalista. E un po' di noi, pochissimo, con lui.
"Paolo, per cortesia. Basta cosi'. Basta divagare. Al lavoro, al lavoro"
A 67 anni non c'e' piu' Giancarlo Menicucci. Cronista. Uomo. Non so se Gianca, come lo chiamavo, avesse molti amici, dubito, ma quelli che lo hanno conosciuto e lo hanno avuto come amico e collega non dimenticheranno in fretta. Come e' accaduto per Giuseppe Geraci, il primo che credette in quel brusco ragazzo abruzzzese che sembrava divorare, non fumare, le sigarette. Raffele Alliegro sul Messaggero ha scritto un gran pezzo. Lo ha avuto come ringhioso capocronista.
Figlio di una generazione in cui la Notizia era la Notizia e a quelli si sacrificava tutto per essere sempre i primi, i piu' puntuali all'apppuntamento con i Lettori, i nostri referenti. Posso dire che quel punto, a parte le differenze d'opinione politiche, hanno cementato il nostro rapporto di lavoro ed umano. Chi non ha vissuto quegli anni, quei fatti, quelle situazioni, quegli esseri umani forse non capisce in questi anni di giornalismo "attappetato". Quando c'erano le lunghissime, noiosissime riunioni redazioni io avevo un punto fisso, lui. Se sbuffava, ruotava i guizanti, grandi occhi neri, divorava sigarette volva dire che il signorino, o la signorina, che parlavano non meritavano il suo tempo. E il mio.
Io, poi, mi sono occupato di musica rock, e lui mi sfotteva, ci scherzava sopra. "Ma vai a lavorare. Sul serio". Anche se sapeva che passavo 280/300 sere l'anno fuori casa, in giro per Roma, Italia, Europa, mondo, a sentire musica e fare interviste. Quando si era deciso di aprire una sede di corrispondenza a Napoli, in occasione della guerra lanciata alla vecchia camorra da don Raffaele Cutolo, era stato scelto subito un giovane Giancarlo. Solo lui poteva tener testa a quelle belve affamate di sangue, lui di onesta' e verita'. Se continuo a scrivere rischio il Rimbrotto Celeste - A Pa' ma la vuoi piantare per piacere - ma un'episodio, fine anni '70 , mi corre raccontarlo.
Pieno punk. Al Piper club di via Tagliamento arrivano da Londra i Damned, uno dei gruppi del momento. Devo recensirli. "A Pa', perche' non porti pure me, Mario, Coffaro poi insigne cronista giudiziario, e Marcello, Sorgi poi direttore de La Stampa e del Tg1 tra l'altro? Finiamo al giornale, tu dici che cominceranno tardi quindi...".
Detto fatto. Verso le 23 arriviamo al Piper Club e loro stupiti vedono che con me nessuno chiede niente Anzi, l'eccessivs cortesia fa arricciare le nero sopracciglia di chi chiamavo "la testa piu' lucida del giornalismo italiano". I Damned non arrivano, viene offerto da bere. Fulminati da Giancarlo Mario e Marcello accettano, timorosi, acqua minerale. Il quartetto sbuca nel buio e tra il fumo. Occhio, subito, al truccatissimo, da Dracula, Dave Vanian e alla giacca e basco rossi del bassista Rat Scabies. Watts scatenato, come il giovanissimo pubblico che comincia a ballare spintonandosi e sputando verso gli albionici, sbigottiti musicistiti. Apoteosi punk. Giarcarlo mi si avvicina, ennesima sigaretta tra le dita, e mi dice "A Paole', adove ci hai portati? Questi sono tutti matti. Noi ce le andiamo. Ci vediamo domani al giornale" trascinandosi via Mario e Marcello, sicuramente intimoriti dalla miscela Menicucci-punk.
Santa, la moglie, era, come gli dicevo sempre "santa di nome e di fatto perche' ti sopporta, Giancarletto". E anche i tre figli. Pensate, tre MEnicucci pr il mondo! saranno unici.
Pezzo troppo lungo? Non divagare, Paolo. Dove sta la Notizia? Ce l'hai? Allora dalla. Maledizione, maledizione, maledizione la do. Giancarlo Menicucci e' morto nel Salento, dove si era ritirato avivere con la famiglia, per un'aneurisma cerebrale. E' morto un Giornalista. E un po' di noi, pochissimo, con lui.
"Paolo, per cortesia. Basta cosi'. Basta divagare. Al lavoro, al lavoro"
Monday, 4 February 2019
Che fare?
Che fare?
Mi scusi il compagno Ulianov ma chiedo a voi, avete la mia mail, cosa dovrei fare adesso? Dopo quasi un mese e mezzo di inattivita' e con lo stomaco ancora in subbuglio. Aspetto lumi. Intanto ho scritto.
Sara' una risata li seppellira'
Mi scusi il compagno Ulianov ma chiedo a voi, avete la mia mail, cosa dovrei fare adesso? Dopo quasi un mese e mezzo di inattivita' e con lo stomaco ancora in subbuglio. Aspetto lumi. Intanto ho scritto.
Sara' una risata li seppellira'
Cronaca. Cruda e secca
Cronaca. Cruda e secca.
Giovedi' 20 dicembre sono caduto.
Venerdi' 21 dicembre sono stato trasportato in ambulanza all'Emergency Unit del Saint Vincent's University Hospital.
Domenica 23 dicembre sono tornato a casa.
Domenica 30 dicembre sono caduto di nuovo.
Lunedi' 31 dicembre sono tornato all'ospedale.
Sabato 12 gennaio, in una stanza con due letti dove ero stato trasferito, sono stato aggredito, senza alcun motivo, dall'altro paziente, il 25enne Callum.Due violenti pugni in testa mentre l'infermera Aisling mi stava somministrando le medicine notturne. Il paziente Callum, mi era stato assicurato dal porofessor Nel Tubridy, era stato sedato e aveva un gigantesco inserviente filippino, seduto davanti al suo letto. Assalto alle 21,30, nuova corsia, con moglie piangente e terrorizzata al fianco, alle 22,30.
Sabato 16 gennaio convalescenziario Mount Carmel. Corsia dedicata, principalmente, a malati di Alzheimer e demenza senile. Strilli e urla dalle 6 dimattina alle 22/23 di sera.
Lunedi' 28 gennaio di nuovo a casa. Il cibo ospedaliero, e di Mount Carmel, mi ha provocato un dolorosissimo fecaloma, un carcinoma delle feci, che combatto strenuamente, aiutato da mia moglie, con potenti lassativi che mi hanno tenuto prigioniero due giorni a letto. Non vi dico in che condizioni, so che avete sbrigkiate fantasie.
Salvo le teatrali scuse di Tubridy, il primario neurolo e mio propessore, che si e' inginocchiatoe ha lacrimato - sembrava un'alligatore - e del suo giovane staff internazionale, tra spicca l'austera, bellissima, categorica Zara che al convalescenziario mi ha spedito, e la lettera dell' ospedale che mi chiede i soldi, la parcella, per il primo ricovero null'altro e' pervenuto. Aspetto quello, costoso, per il secondo ricovero.
Avevo scritto molto di piu', e assai dettagliatamente, ma chi mi conosce se che odio il pc, e la nuova tecnologia tutta, e pc&nuova tecnologia mi hanno dichiarato guerra sin dai tempi de Il Messaggero. Leggete e diffondete.
Sara' una risata che li seppellira'.
Giovedi' 20 dicembre sono caduto.
Venerdi' 21 dicembre sono stato trasportato in ambulanza all'Emergency Unit del Saint Vincent's University Hospital.
Domenica 23 dicembre sono tornato a casa.
Domenica 30 dicembre sono caduto di nuovo.
Lunedi' 31 dicembre sono tornato all'ospedale.
Sabato 12 gennaio, in una stanza con due letti dove ero stato trasferito, sono stato aggredito, senza alcun motivo, dall'altro paziente, il 25enne Callum.Due violenti pugni in testa mentre l'infermera Aisling mi stava somministrando le medicine notturne. Il paziente Callum, mi era stato assicurato dal porofessor Nel Tubridy, era stato sedato e aveva un gigantesco inserviente filippino, seduto davanti al suo letto. Assalto alle 21,30, nuova corsia, con moglie piangente e terrorizzata al fianco, alle 22,30.
Sabato 16 gennaio convalescenziario Mount Carmel. Corsia dedicata, principalmente, a malati di Alzheimer e demenza senile. Strilli e urla dalle 6 dimattina alle 22/23 di sera.
Lunedi' 28 gennaio di nuovo a casa. Il cibo ospedaliero, e di Mount Carmel, mi ha provocato un dolorosissimo fecaloma, un carcinoma delle feci, che combatto strenuamente, aiutato da mia moglie, con potenti lassativi che mi hanno tenuto prigioniero due giorni a letto. Non vi dico in che condizioni, so che avete sbrigkiate fantasie.
Salvo le teatrali scuse di Tubridy, il primario neurolo e mio propessore, che si e' inginocchiatoe ha lacrimato - sembrava un'alligatore - e del suo giovane staff internazionale, tra spicca l'austera, bellissima, categorica Zara che al convalescenziario mi ha spedito, e la lettera dell' ospedale che mi chiede i soldi, la parcella, per il primo ricovero null'altro e' pervenuto. Aspetto quello, costoso, per il secondo ricovero.
Avevo scritto molto di piu', e assai dettagliatamente, ma chi mi conosce se che odio il pc, e la nuova tecnologia tutta, e pc&nuova tecnologia mi hanno dichiarato guerra sin dai tempi de Il Messaggero. Leggete e diffondete.
Sara' una risata che li seppellira'.
Tuesday, 29 January 2019
Sono tornato
Sono tornato
Contrariamente alle previsioni, e alle speranze, sono tornato. piu' bello, non credo, e piu' forte di pria. Come ci diceva una volta. Neanche al peggior nemico aguro quello che ho passato dal 31 dicembre al 28 gennaio. Ai confini dell'ultrarealta'. Oggi sono stanco per le due cadute, alle 4 e alle 9, quindi vi lascio qui. In attesa di andare su una sedia a rotelle. Una sola cortesia: quando leggerete Zaccablog sulle mie avventure ospedaliere pubblicizzate il piu' possibile, diffondete,fatevi sentire, rendete noto, al colto e all'inclita, scrivete a chi dico io. Non avevo mai pensato di scrivere un piccolo racconto dell'orrore ma iccome l'ho vissuto e vivo datemi tempo e poi rabbrividite. Potrebbe capitare a voi.
Immense grazie a chi mi ha pensato e mandato foto e filmati, scritto, siete stati, siete impagabili. Anche chi ha consigliato l'inconsigliabile nei miei malati, modesti confronti.
Sara' una risata che li seppellira'
Contrariamente alle previsioni, e alle speranze, sono tornato. piu' bello, non credo, e piu' forte di pria. Come ci diceva una volta. Neanche al peggior nemico aguro quello che ho passato dal 31 dicembre al 28 gennaio. Ai confini dell'ultrarealta'. Oggi sono stanco per le due cadute, alle 4 e alle 9, quindi vi lascio qui. In attesa di andare su una sedia a rotelle. Una sola cortesia: quando leggerete Zaccablog sulle mie avventure ospedaliere pubblicizzate il piu' possibile, diffondete,fatevi sentire, rendete noto, al colto e all'inclita, scrivete a chi dico io. Non avevo mai pensato di scrivere un piccolo racconto dell'orrore ma iccome l'ho vissuto e vivo datemi tempo e poi rabbrividite. Potrebbe capitare a voi.
Immense grazie a chi mi ha pensato e mandato foto e filmati, scritto, siete stati, siete impagabili. Anche chi ha consigliato l'inconsigliabile nei miei malati, modesti confronti.
Sara' una risata che li seppellira'
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