Wednesday, 13 March 2024

Due libri. Veri.

 Due libri. Veri.

Veri? Perche' gli altri sono falsi? No, sono capolavori. Tutti capolavori. No, qui si parla solo di due vite di lavoro. E di successi mai sbandierati ma che si possono toccare con mano. Pratica desueta decenni. Oggi la chiachiera regna incontrastata. In ogni campo. Io queste due persone le conosco da anni e, come Muzio Scevola, metterei la mano sul fuoco su quanto hanno scritto. Stefano Senardi e Luigi "Gigi" Cavalli Cocchi. Stefano Senardi, imperiese, con La musica e' un lampo - in copertina c'e' lui - e' la sua storia, di uno dei discografici italiani piu' capaci e di maggior successo nazionale e internaziole. Con chi ha lavorato? Con tutti, in Italia e all'estero. Anzi in Italia, con l'amico Francesco Messina, ha scritto anche un suntuoso, grosso, stupendo volume dedicato a Franco Battiato, maestro indiscusso e suo amico caro. Pagine oneste, corredate da tante fotografie che lo ritraggono con i grandi della musica autoctona ed internazionale  e che spiegano, in termini chiari e semplici, la Musica e cosa ha significato per la sua e la mia generazione. Con la solita acuta allegria ora Stefano sta affrontando una bella battaglia ma l'umore solare, che e' la cifra del suo carattere, e' sempre li'. Come si dice nella mia citta' natale, Roma, "aho', quello e' 'na forza de la natura, ecchil'ammazza". Ha scherzato con tutti, ha mangiato con tutti, ha entito e visto tutti, ha, soprattutto, lavorato con tutti. Lavorato seriamente. Basta guardare i pass che appaiono nel libro - 200 (o giu' di li') pagine, 30 euro, Fandango Libri - per capire che Senardi e' uno vero e in questo modo di orridi pagliacci va letto e rispettato. Dico solo che le risate fatte insieme mi hanno aiutato molto nei miei momenti piu' bui. Ligure - io sono cresciuto ad Arenzano, a 24 chilometri da Genova, quindi parlo  con cognizione di causa -  fino in fondo. Serio e vero. Stefano Senardi.

Ma Luigi "Gigi" Cavalli Cocchi, da Reggio Emilia, non gli e' da meno. Certo liguri ed emiliani-romagnoli non sono la stessa cosa ma se si parla di lavoro...Batterista e grafico - eccellente - lo conobbi all'ex cinema Castello a Borgo Pio - ora credo sede dei pellegrinaggi cattolici (ma io non pratico) - quando suonava la batteria - gia' un metronomo - nei Clan Destino, il gruppo di un giovane, arrembante e rambante Luciano Ligabue da Correggio. Gruppo e concerto superlativi, incontro in camerino - si era un tubo dell'acqua ed era quai un pantano - e, dopo l'imbarazzo per l'arrivo del "famoso critico del Messaggero", amicizia a prima vista. Forse per i miei trisnonni facevano i macellai a Ravenna - la "citta' degli Zaccagnini" - ma l'micizia e la stima fu immdiata. Cosi' quando mi ha mandato   Il respiro del tamburo - stoie di successi e mai successi mi ha spiazzato. Una magnifica storia di paese e provincia, quella che ha fatto - ci credo poco - l'Italia. Tante foto anche qui, tanti aneddoti, tnti dolori - uno per titti, la scomparsa del bassista Luciano Ghezzi - ma anche tanta musica   di qualita'. La sua soria?  Clan Destino di Ligague e poi i maestosi C.S.I. -Consorzio Suonatori Indipendenti di Massimo Zamboni, Gianni Marroccolo. Pagine di musica importante. Non solo canzonette. Poi la splendida avventura e' finita, e' ricomparsa la bravura del grafico - la fantasmagorica copertina del libro l'ha pensata e disegnata lui - ed ora, da qualche anno, Lassociazione. Musica cantata, scritta, cantata e suonata superbamente, video efficaci quanto semplici. Ma di questi tempi..."Lo sai come va, no? Non vogliono mnemmeno vederci, figuriamoci sentirci". E fanno male, molto male. Perche' la musica, come scrive Senardi che hai avuto come discografico, e' un lampo, non i tanti borbottii lumineescenti attuali, caro Gigi.  Comunque il titolo e' Il respiro del tamburo  e' il titolo, storie di successi e mai successi e' il sottotitolo, Luigi Cavalli Cocchi - batterista/grafico -  e' l'autore, l'Anniversary Books di Modena e' la casa editrice, 20 euro e' il prezzo. Fate voi. Cavalli Cocchi-Senardi. E la Musica  sara'. Ma, Zaccagnini, non ne hanno parlato i giornali, i supplementi letterari, tutte le radio, tutte le televisioni?  E chi se ne frega. Queste sono storie vere, non "intelligenza artificiale".

Sara' una risata che li seppellira'.  


 

 


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