Il funerale II
Dopo il primo pezzo, pubblicato all'indomani della scomparsa di Osbourne, volevo scriverne un'altro e poi un'altro e un'altro ancora poi ho letto il pezzo - scritto per il Sunday Times - da Terence "Geezer" Butler - e ho deciso di no, un fan non puo' cercare di omaggiare Osbourne davanti ai rircordi di una vita passata insieme sin da ragazzini ad Aston, il sobborgo di Birmingham dove erano nati i Black Sabbath. Credo di non aver ma letto un ricordo cosi' serio e vero di una persona scomparsa. Tutti e quattro avidi tifosi dell'Aston Villa non perdevano una partita ma Butler, Iommi e Ward avevano qualche soldo per comprare i biglietti meno costosi cosi' Osbourne si improvvisava sempre parchegiatore per rimediare i soldi per acquistare il biglietto. Butler, l'autore principale del gruppo, smonta e fa a pezzi i folli miti nati e cresciuti inntorno a Osbourne. Il pipistrello mangiato? BUGIA. Il colombo a cui mozzo' con un morso la testa durante un concertio del gruppo negli Stati Uniti d'America? Nella foga dell'esibizione pensava , come disse dopo due settimane in ospedale perche' si temeva che il morso ne avrebbe provocato la morte, che fosse di plastica e che solo un folle, o uno statunitense dico lui, ne potesse lanciare uno morto? VERO. La parola Ozzy che lui stesso si tatuo' su 4 dita della mano sinistra? Era il suo soprannome e veniva dal fatto che, essendo balbuziente e dislessico, quando gli chiedevano come facesse di cognome rispondeva Ozzzzyourne. Principe delle tenebre? No. Per Butler principe delle risate perche' era un talento comico naturale che faceva ridere a crepapelle gli amici. Satanista perche' il gruppo in cui cantava si chiamava Black Sabbath ma che prima si chiamava Earth? BUGIA. I giovani Black Sabbath da ragazzi amavano molto il cinema horror, soprattutto quello italiano del maestro sanremese Mario Bava, padre di Lamberto, e furono estremamete colpiti dal film ad episodi I tre volti della paura, tradotto in inglese in Black Sabbath. CAPOLAVORO CINEMATOGRAFICO ASSOLUT,O. Non penso di aver mai assistito in vita mia alla demonizzazione di una persona come nel caso di Osbourne. Per anni nel ristrettismo circolo dei critici musicali italiani sono stato bollato ce oltraggiato come metallaro solo perche' dichiaravo apertamente la sua passione per lui. Era il beatlesiano "fool on the hill" che tutti vorrebbero essere. E ieri Birmingham tutta, la sua famiglia, i sei figli avuti da due matrimoni, i tanti nipoti erano li' a rendere omaggio a un 76enne sofferente del morbo di Alzheimer che che con Terence - Butler - Anthony - Jommi - e William - Ward - hanno creato e sviluppato un GENERE MUSIALE. E ora 'aereporto cittadino e lo stadio - quello del suo amato Aston Villa - vengano intestati a lui.
Sara' una risata che li seppellira'.
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