Vittorio Emiliani
Auguri, Direttore. Che anni belli ci ha fatto vivere. Come ci ha fatto sentire importanti. Come ci ha difeso, redarchito e spronato.Un maestro? Sicuro. Ma io, nel mio intimo, lo chiamavo "l'elettricista di Ptrepaddio". Si, Predappio. Dove era nato Benito Mussolini, il duce che condusse gli italiani al massacro. Vitttorio, anzi, e' parente alla lontanissima. Parentela che non ha mai nascosto e, per me, gli ha ispirato il suo libro piu' bello, intenso, e vero. Il paese di Mussolini. Gia' dare fiducia a un mlitante- non militonto come ora - anarchico comeme - un militante che militava come me - dovrebbe disegnare bene chi e' Vittorio Emiliani. SOCIALISTA che ricordava sempre molto bene da dove veniva il socialismo italiano. L'anarchismo. Chi ha scritto sul giornale online che ha fondato - Italia Libera - ha centrato in pieno l'uomo. E devo dire che avendo fatto il giornalista non ricordo una persona piu' integerrima. E peggio trattata. I poiani alti cel giornale storcevano il naso per questo capellone. ruvido, scontroso , puzzolente - allora fumavo 20/25 sigari Toscani algiorno, non c'era ancora il divieto - giovane ben piantato. In me vedeva un GIORNALISTA - come tanti che ha voluto con se' da Il Giorno, il giornale fondato da EEnrico Mattei dell'Eni - e come ne vide tantissimi che lancio' e difese a spada tratta. Al Messaggero giornalisti dei defunti Paese Sera e L'Unita? Mai successo. Successe e fu un successo, Di consensi e di copie. Superammo le 400mila. Nelle mazzette dei "potenti" e dei politici col Corriere Della Sera, la neonata La Repubblica scalfariana e La Stampa della Fiat c'era Il Messaggero. Il Menzognero per i conservatori, i fascisti, gli invidosi e gli incapaci. Di fare un giornale curoso - di tutto e tutti - intelligente, che si faceva sentire ed era tremendamente vivo.Poteiscriveere un libro sul Direttore - anche "l'elettricista" per me -ma sento Vittorio dirmi di tagliare, di non indorare troppo il pezzo su di lui.Mi mancano le sue mail. Mi rifaccio con Italia libera e democratica - perche' L'ITALIA E' LIBERA E DEMOCRATICA - e mi accontento ricordando un solo episodio. Devo recensire l'attesissimo concerto di Eric Clapton al PalaEur, sono in maledetto ritardo,mi vede e mi dice che al PalaEur mi porta lui. In macchina col Direttore. Arriviamo in mezzo alla guerra. Fumo, spari, sassi. Quelli che non vogliono pagare. Io, normalmente, sarei stato in mezzo a loro. Scendiamo dalla macchina e una trentina di "guerieri della notte" si precipita verso di noi. Il simpatico autista ci invita a asali frettolosamente in macchina e scappare. Ilcapo del feroce, folto gruppo nel fumo mi intravede.mi riconosce. "Aho', a rega', ma quello e' Zaccagnini. Si, Zacca". " E quello accanto a lui eve da esse r direttore, Emiliani". fFni' a pacche sulla schiena, abbracci - glisso sull'afrore terribile che emanava di ascelle e dal sudore dei combattenti rock- e cordiali e calorose strette di mano. Auguri, Direttore'
Sara' una risata che li sepppellira'. (Vittorio, non e' mia, e' del compagno Mikhail Alexandrovitch Bakunin).
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