Angelo Dragone
L'aveva aperta il padre Gino, comunista e romanista integerrimo, e lui, Angelo, gli era subentrato. La formula e' sempre stata "tutto di tutto per tutti". Io, che da ragazzo abitavo davanti, ci entrai timoroso. Ero e sono sempre stato un'avido, fortissimo lettore quindi entrare in quel meraviglioso antro di storie infinite fu fulminante. Gino mi afffascinava e credo che io affascinassi lui. Un ragazzo che leggeva tanto, certo, ma anche un libraio, un'uomo, che sapeva consigliare e raccontare. Ringraziato pubblicamente dal mio chiarisimo professore di storia moderna Renzo De Felice per l'aiuto che gli aveva dato per scrivere i suoi monumentali volumi sul fascismo. Poi venne Angelo, coetaneo. Grande giocatore e grande romanista. Appassionato del suo lavoro. Tirava su e giu' la piccola saracinesca e sapeva che avrebbe aspettato, aspettato, aspettato la gente, tanta, che gli faceva le domande piu' assurde. La piu' ricorrente era se comprava o vendeva libri scolastici e lui, sempre gentile, rispondeva "no, signo', no" alzando gli occhi al cielo e dandomi uno sguardo di sopportazione. Angelo, Angelo, Angelo. Se sono quel che sono lo devo anche a te e papa', tienilo bene a mente. Hai fatto bene a chiudere, tua moglie, Stefano, Fabiana hanno capito che dopo 50 anni dovevi, devi riposare. Io ora vivo a Dublino ma quel tuo "aho', a Pa'" mi restera' dentro per sempre. Da giovane ti chiedevo dei libri polizieschi o di fantasy poi mi sono laureato sono diventato giornalista, inviato speciale, criticomusicale ma anche adesso, quando venivo sempre a trovarti quando ero a Roma, oltre all'inimenticabile "aho', a Pa'" arrivava la frase "l'hai visti questi" con un mucchio di libri polizieschi tra le mani. Quante avventure straordinarie mi hai fatto vivere. E quante risate ci siamo fatti. Come quando un talent scout del Milan, strabiliato dalla tua bravura, ti invito' a Milanello. Facesti strabuzzare gli occhi a tutti, anche al costosissimo neoacquisto, dal Torino, Lentini, . Tornastia casa, a Roma, parlasti a lungo col saggio Gino e decidesti di restare tra i libri. Rigorosamente usati. Quante meraviglie, quanti tesori. La letteratura sudamericana, Fantomas, Salgari, i francesi, i libri polizieschi, i libri di geografia e storia, i gialli, la fantasy. Persino la prima edizione italiana, Urlico Hoepli Editore, di Sherlock Holmes di sir arthur Conan Doyle datata 1901. Li' da Angelo trovavi tutto. Ma proprio tutto. Anche, attaccate all'entrata, le foto delle azioni e dei calciatori della nostra amata Roma. No, no, tu non eri diventato "america' facce Tarzan", eri, come me, della vecchia guardia. Non ti ho mai sentito trattare sul prezzo. Mai. "E' troppo signo'? Davero? E allora me dia quello che je pare" e gli davi il libro. Quante domande assurde hai dovuto sentire? Come hai fatto a lavorare in quel caos creativo? E il minibagno? Ultimamente anche le arramppicate culturali. Erano troppi i volumi e allora entravi e ti arrampicavi, cercavi e trovavi. Nonello Noe' nell'Arca del Sapere. Quanta gente ti ho portato, eh? Salvo poi, se non ti comvincevano, dirmi sottovoce "a Pa', ma chi m'hai portato?". Dispiace assai che adesso piu' di un cliente si approfitti dei tuoi vuoti di memoria e ti rubi i libri. Fa male, malissimo. Fa prudere le mani. "E sta' bono, a Pa'" mi sembra di sentirti dire. E sto bono, A', sto bono. E vado indietro nel tempo, a quando eravamo ragazzi e le nostre strade non si sono mai interrotte. Che amico. Angelo Dragone.
Sara' una risata che li seppellira'.
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