Wednesday 5 July 2023

Fabrizio Zampa

Fabrizio Zampa E anche Zampa se ne e' andato. In punta di piedi, ben piantati per terra come sempre. Zampa padre di Massimiliano e Daniele. Mai colonna, mai firma. Giornalista. Sempre sorridente - no, non era un cretino - figlio di Luigi - un grande regista del Cinema Italiano - cortese ed educato - in un'ambiente come il giornalismo dove cortesia ed educazione non pagano - e colto - senza mostrarlo - oltreche' ironico - muore, assassinato da un fan, John Lennon, Marco Molendini, il giovane e capace caposervizio degli Spettacoli, ci convoca presto al giornale per concordare la pagina gli articoli, i commenti e i titoli e lui, fulminante saetta vera, suggerisce " Una pistola ma non per Ringo" - sulla falsariga del western di gran successo di Duccio Tessari protagonista Giuliano Gemma - che ci fa letteralmente crepare dalle risate ma lui stesso, ridendo, chiede di cassare. Pariolino, era stato batterista nei Flippers che accompagnavano Edoardo Vianello - lo si vede suonare in un famoso film di Toto'- e poi giornalista e fotografo subito entrato al Messaggero dei diversissimi cugini Perrone dove, visti i suoi trascorsi di musicista, comincio'subito ad occuparsi di musica. E come se ne occupo'. Ne ho scritto ampiamente sul sito Professione: reporter - annate a legge, capoccioni - e davvero non saprei che dire se non raccontare tanti episodi, tutti educati e misurati. Due su tutti. In una delle prime edizioni di Umbria Jazz con i paludatissimi critici jazz si stava andando a Terni in autobus per un concerto al che lui chiede all'autista di fermarsi. Davanti al famoso bar-pasticeria Pazzagli e torna sul bus con due vassoi di paste e dice "per risollevarci un po'". Strepitoso. L'altro episodio? Viene da Marco Molendini e il sotttoscritto e ci dice che la sua bellissimma compagna, la bionda Cristiana Caimmi, gli aveva detto che un suo amico e assistiito, Pino Daniele, le aveva detto che contava di suonare negli Stati Uniti d'America con il mitico, scorbutico J.J.Cale e che lui poteva accodarsi. Esclusiva mondiale. Con Marco ci pprecipitiamo dall'allora direttore Pendinelli che subito da' l'assenso al viaggio. Due settimane. Torna, dopo non aver mandato pezzi, e ci dice che J.J. e Pino non si sono messi d'accordo e poi ci mostra innumerevoli foto del selvaggio West, dicendoci, a me e Marco esterefatti, "ccomunque ne valeva la pena". Grande Fabrizio, che dire? Buon viaggio, compagno di un lavoro estinto. E grazie per gli anni passati insieme e i tanti consigli datimi. Gia' ti sento bussare lassu' e dire, sorridente, "salve ragazzi". Che compagno di lavoro, di gran lusso, e' stato. Sara' una risata che li seppellira'.

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