Wednesday, 21 December 2016

Made in Italy

Made in Italy

Non gli rompete i oglioni, ve lo chiede cortesemente. Luciano Ligabue e' di un'altra classe. Classe operaia rock. Quattordici pezzi azzeccati, dove gli echi springsteeniani in alcuni pezzi si sentono assai e dove l'allegria edonistica di molti momenti del passato ha lasciato spazio alla riflessione, da sempre un marchio di fabbrica di Ligabue. Che, forse, da buon cittadino/contadino della Bassa Padana, ha capito che certo gigantismo non e' nelle sue corde. Non ha da dimostrare nulla e se e' un carattere malinconico e riflessivo va bene cosi'. La vita facile, Tutti mi chiamano Riko, e qui spuntano forti gli echi di Waiting for a sunny day, Venerdi' non mi rompete i coglioni - al sottoscritto tutta la settimana, grazie - Vittime e complici, Meno male, Ho fatto in tempo a vedere un futuro,L'occhio del ciclone, Quasi subito, Dottoressa, I miei quindici minuti, Appero', Made in Italy e Un'altra realta'  sono li' a dimostrare che Luciano Ligabue e' un'artista vero, non il fenomeno da baraccone che "il mondo dello spettsaolo" cerca. vuole e sfrutta. Non lo vedo come giudice in un talent-shoiw defilippiano o Rai. Io lo ascoltai la seconda volta che venne a suonare a Roma col suo gruppo di allora, i Clan Destino, ci abbracciamo, lui e il gruppo sudatissimi, dopo il concerto. In un minicamerino, col pavimento coperto d'acqua, dell'ex cinema Costello ora sede di una lucrosa organizzazione vaticana (e quando mai una simile oranizzazione non e' lucrosa?). Fecero un concerto fulminante e andai tutte e tre le sere che si esibirono.Con pubblico sempre crescente. Basta tingersi i capelli, basta capelli lunghi, basta borchie, niente lifting. Non ce ne e' bisogno a meno che uno non si voglia far sbertucciare come certe famosissime rockstars "evergreen" che non vogliono invecchiare mai. Non sapendo che il vero Artista e' colui che sa invecchiare e raccontare le varie stagioni della sua vita. Nel gruppo e' tornato in pianta stabile il chirattista dei Clan Destino, Max Cottafavi, bravo. modestissimo e simpaticissimo, mentre l'altro chitarrista e' sempre Federico Poggipollini con Luciano Luisi alle tastiere, e' anche il produttore, Davide Pezzin albasso, Michael Urbano a batteria e percussioni. Massimo Greco a tromba e flicorno, Emiliano Vernizzi a sax tenore e Corrado Terzi al sax baritono. Al fianco di Luciano c'e' sempre il pinguisssimo ex compagno di banco Claudio Maioli,  e pinguissimo e' anche il  capacissimo ufficio stampa Riccardo Vitanza capo di Parole&Dintorni. Una sola critica muovo a Luciano e a Claudio: la mancanza di coraggio per portare la musica e i concerti almeno in giro per l'Europa in modo continuo ed intelligente. Speriamo che si possa rimediare. Se Springsteen fa ancora quasi 4 ore di concerto a 67 anni con quasi 20 anni di meno "Liga" che combinerebbe? Non mi interessa. non mi e' mai interessata, la piccola contabilita' manageriale ma se Ligabue abbraccia in tour Elisa, lei prima e lui poi, un'intermezzo insieme e gran finale di Ligabue, in Europa non ce ne sarebbe per nessuno. Parola non di Critico ma di fan di Musica Rock. E  ne riparlero', e come se ne riparlero', visto che da ieri sento in continuazione solo Made in Italy e mi esalto. L'Italia e' un Paese crollato e distrutto, esportiamo questa gente, queste menti, questa energi. Questo di Made in Italy.  Bravo compagno, scusa se ancora ti chiamo cosi' ma io non sono cambiato, Ligabue. Un'uomo. Un signor album. Del quale devi andare fiero. At salut.

Tanto di cappello al vecchio amico Dario Salvatori. critoico multicolore, che ha sbertucciato, educatamente ma sapientente come sa fare lui, chi ha voluto tradurre in italiano il pezzo Don't cry for me, Argentina nella versione italiana del famoso musical, poi famoso film, Evita di Andrew Lloyd Webber. In Italia la mamma premurosa degli idioti e' perennemente incinta. Ma l'interprete non ha avuto il coraggio, artistico e civile, di opporsi a cotanta scempiaggione? Una gran bella voce, ok, ma il cervello?

Sara' una risata che li seppellira'.  

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