Friday, 7 October 2022

Niels Liedholm

Niels Liedholm Grazie all'amico e collega Domenico "Mimmo" Ferretti posso rendere omaggio, lui lo ha fatto con un pezzo sublime su La Repubblica, all'anniversario, domani, della nascita, a Norkoopping nel sud della Svezia, di Nils Liedholm, prima supercalciatore per il Milan poi allenatore, notoriamente di Roma e Milan. Alla Roma, grazie al presidente Adino Viola e senza essere "speciale", fece vincere il secondo, storico scudetto. Una cavalcata trionfale con una squadra fantastica fatto di giocatori bravi, molto, e seri, assai. Campioni in campo e fuori campo. Diceva Nils, tra le altre cose, che "il miglior attacco e' la difesa". Ferretti, che da giovane cronista seguiva la squadra, ha nolti aneddoti che cesella con la sua penna. Io no, io ero un "curvarolo" sfegatato, e forse anche pericoloso, fresco padre - di Nora, ovviamente romanista - e novello giornalista. Nils credo, sono sicuro, mi abbia regalato, insieme ai suoi giocatori, la piu' grande gioia - dopo quella della nascita di mia figlia perche' stavo masticando un sugaro toscano in sala parto con mia moglie che partoriva - della mia vita. E anche le lunghe passeggiate nel quartiere, accanto al mio lungocrinuto cugino Cristiano - "Capello" e "Il Professore" eravamo per quelli del gruppo di Dante - e Nora sgambettante in carrozzina, estasiata e stupefatta fda quel tripudio giallorosso. Indimenticabile. Quel giorno non volli andare alo stadio, restai in redazione a lavorare ma verso la fine della partita mi preipitai alla redazione sportiva diretta da Gianni Melodoni - i vice Giancarlo Baccini ed Enrico Bendoni, lazialissimi, erano viola di rabbia - per gustarmi gli ultimi minuti della diretta da uno stracolno stadio Olimpico che stava assistendo a un Roma 2 Torino 1 liberatorio e da infarto. Alla fine, nello sgomento e stupore generale, mi inginocchiai e iniziai a piangere a dirotto riandando indietro a tante parite casalinghe e alle trasferte, ad amici persi - Mario Verde - al gruppo di Dante, fulcro del tifo romanista, alle liti e alle zuffe, spesso anche violente. Liedholm, campione d'altri tempi, non alzava mai la voce, l'ironia era la sua arma piu' letale, micidiale. L'anno successivo se ne torno' a Milano, ad allenare il Milan, e si porto' dietro il Capitano, l'Unico, Agostino di Bartlomei, e rivinse lo scudetto,con grande aplomb. Mai sentito inveire, anche quando la squadra subiva torti incredibili, e insultare, essere espulso. Altro calcio, altri uomini, altri valori. Neils Ledholm. Il Barone. Sara' una risata che li seppellira'.

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