Trump
Donald Trump e' stato eletto 47esimo presidente degli Stati Uniti d'America. Non ci voleva il politologo italiano per prevederlo - no, proprio no - ma in un Paese di ciechi beato chi ha un'occhio. Vecchio detto romano. Adesso fara' nuovamente grandi gli Stati Uniti d'America (lo sono mai stati?). Fermera' in una s ettimana i massacri dei palestinesi e fara' fare la pace tra la Russia - Putin non si e' congratulato per la vittoria - e l'Ucraina. Via almeno due milioni di migranti cladestini - in Italia alytri 8 in Albania - ecsotto con lo sviluppo. Puo' farlo. Non e' un dittatore. E' il leader amatissimo, carismatico, potentisimo e votatissimo del partito repubblicano. Certo che quando gli diranno che al Senato e alla Camera i democratici hanno eletto i battaglieri ultraottantenni Nancy Pelosi e Bernie Saunders gli tremeranno le gambe. Se la ridera', amaramente, Joe Biden, rimbambito, certo, ma l'unico ad aver battuto CON I VOTI Trump che vede la sua sempresorridente vice, Kamala Harris, travolta da una valanga di voti. Insulsa e inutile. Nei primi sei mesi come vicepresidente tutti i 16 membri del suo staff si dimisero. Avere dalla sua parte le "stelle di Hollywood", i famosi musicisti, i miliardari giocatori di baseball e basket non le e' bastato. Anche i concerti. Tutti sorridenti e vittoriosi. Travolta e stravolta. Con i suoi "famosi sponsor politici", i suoi riferimenti. Trump ha vinto. Ma no onore a lui.
Domani parlo di calcio, cinema e libri, oggi sono triste. Come tutti quelli che hanno studiato la storia a stelle e strisce.
Sara' una risata che li seppellira'.
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