Bowie e basta
The man who fell on earth, il film di fantascieza che Nicholas Roeg giro' nel 1976, dimostra, se qualcuno non lo avesse ancora capito bene, quanto era artista a tutto tondo David Jones, in arte David Bowie. Tratto da un romanzo di fantascienza dallo stesso titolo di Walter Tevis del 1963 narra di un alieno, Bowie, che viene sul pianete Terra per riportare al suo pianeta assetato acqua. Bowie, nel film si chiama Newton come lo scienziato inglese, avra' alcuni incontri interessanti, non dico quali, e alla fine... Un grabde film immaginifico da non perdere assolutissimamente, che ha in un'androgino Bowie, in una scena d'orgia gli si inquadra anche il pene, un'interprete straordinario, considerato anche che lo giro' nel 1976, un'anno in cui stava creando le basi di una carriera irripetibile ed unica. Alla riuscita dle film contribuioscono, si, i quasi sconosciuti comprimari ma soprattutto la scenografia e la musica, principalmente quella del giapponese Stomu Yamatsa e del suo fantastico Red Buddha Theater. Se lo rivedete in sala non lasciatevelo sfuggire. Si, lo so, non stava al Lido, tutto per le ampie forme dela castellana Monica "Un'espressione" Bellucci, e non stara' nemmeno alla Festa del Cinema di Roma, apoteosi casereccia, ma ne vale al pena lo stesso. E' Cinema.
Quando parlo, spesso, di riscossa popolare contro questi esseri cito sempre, e a sproposito, Giovanbattista Perasso, detto Balilla, che tiro' una sassata a un soldato francese. Ignorante e recidivo. Come cortesemnte mi ha fatto notare il Busallese il soldato non era francese e quindi la rivolta non fu contro l'esercito francese ma asutroungarico. Scapparono e da allora, fino al 1860, si limitarono a tener sotto il loro feroce controllo, le cinque giornate di Milano sono il piu' fulgido esempio della lotta contro la loro occupazione, Lombardia, Veneto, Fiuli - Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Mi scuso col Busallese.E con Baciccia, Giovanbattista in dialetto ligure. Perasso.
Solo in Italia una persona puo' andare in tv, l'ex laziale Paolo Di Canio su Sky, con le maniche corte e mostrare orgoglioso il gigantesco tatuaggio con la scritta Dux, alias il cavalier Benito Mussolini. Di Canio e quelli che hanno la sue stesse idee sanno quante centinaia di migliaia di persone sono morte mentre i Italia i treni arrivavano in orario e il ragionier Mussolini dava il suo creapopolo. sembra molto rapidamente, alle italiane stese sul grosso tavolo del suo ufficio di palazzo Venezia?
Lo stadio nuovo della Roma si fara'. Meno male. Per il 2019. Lo hanno detto il sindaco Virginia Raggi e il "re degli hedge funds" James Pallotta, come sempre sorridente. Se sara' mai finito e come verra' riempito, la capienza prevista e' di 50/60 mila posti, non e' dato sapere visti i resti fumanti ed olezzanti di quella che fu una squadra di calcio. Quel che si sa e' che per rilanciare l'Italia e Roma, cancellare tutti tutti i problemi, ci vogliono le Olimpiadi, e li' ci pensano Cordero Di Montezemolo e bell'ebasta Malago, e il nuovo stadio. Ad attentamente vigilare sul tutto Virgina Raggi, avvocato gia' praticante nello studio dell'avvocato, ed ex senatore di Forza Italia, Cesare Previti, laziale preclaro come il succitato Di Canio.
Faccio mio l'invito del commercialista dei commercialisti e non parlero' piu' di Francesco Totti. Ahime' dei genitori Enzo e Fiorella si' perche' i vigili urbani si sono presentati nella loro villa all'Axa per controllare eventuali abusi edilizi. Eventuali pero'. Strane due cose. I controlli sono scattati quando un buon amico del calciatore e della sua famiglia, Luca Odevaine, per lo scandalo Mafia Capitale e' stato condannato aa 2 anni e mezzo di carcere e ad una multa di 250mila euro. Odevaine, che ilare e col cranio lucido percorreva le strade del rinone Celio al fianco dell'ex ministro dello Sport Giovanna Melandri, nata a New York mi raccomando, e poi potentissimo braccio destro del kennediano sindaco Walter Veltroni, ora stranamentesilenti. Il prestante ed educato Odeveine affittava per le emergenze del Comune alcuni palazzi, in tv hanno detto piu'che fatiscenti, di proprieta' della societa' Number 10 del calciatore ed amministrata dal di lui fratello Riccardo. Il canone d'affitto comunale mensile era di 25 euro a stanza ma per la Number 10 era di 85. Cosa non si fa per Er Capitano, l'ex Pupone. Tutto questo era stato denunciato dal The Guardian due anni, era stata ripetutamente chiesta un';intervista a Totti che, forte delle coppe, scudetti e trofei vinti e stravinti ovunque, mai aveva ed ha concesso.
Sara'una risata che li seppellira'.
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