Sotto il sole di Roma
Sotto il sole di Roma? E che c'entra il gran bel film di Renato Castellani del 1947 - tra gli interpreti un giovane Alberto Sordi che poi Castellani chiamera' ancora a lavorare anche in Nella citta' l'inferno con Anna Magnani, Giulietta Masina e Carla Gravina - con Zaccablog? C'entra eccome. Sotto il sole di Toma e' il secondo libro - dopo Pepito il principe del jazz dedicato al nobiluomo Pepetito Pignatelli che discendeva dal conquistatore Hernan Cortez - di Marco Molendini. Giornalista. Un'agile, spesso commovente, divertente, illare, profondo, simpatico viaggio nella Roma degli anni '70/'80. Quella che sognava in piccolo - non in grande e a brandelli come ora - ma che accoglieva tutti senza fare odiose, razziste recriminazioni. Sono stato il suo vice per 14 anni, abbiamo lavorato sodo, anche perche' avevamo una redazione davvero speciale, fatta di professionisti specchiati, preparati e seri. Ci siamo divertiti moltissimo, e abbiamo fatto divertire assai, e, quel che piu' conta, quel divertimento non ha mai inficiato il nostro duro lavoro. Non dico di piu', lascio ai potenziali lettori - spr tantissimi - giudicare io'he ha scrittoMolendini. Il libro racconta di un longilineo, bel giovane felsineo che approda a Roma per fare il giornalista. Prima il defunto Momento Sera poi dall'altra parte di via del Tritone, un po' piu' su. Il Messaggero. Il quotidiano di Roma. Alto, bell'aspetto, colto. In poco tempo diventa un gran cronista, sempre con molto disincanto ma con una grande scrittura. Poi il salto alla direzione del Servizio Spettacoli. Anni molto intensi ma pieni di soddisfazioni. Soldi a palate? No, il giusto stipendio . L'agile libro - edito, come quello su Pignarelli, da MinimumFax - racconta di un Roma davvero sparita e vissuta vertiginosamente, una Roma e un giornale che non esistono piu', si sono sbriciolati, si sono volatilizzati. Per chi viveva quegli anni al giornale e' un'agevole lungo viaggio nella memoria. Divertente, minuzioso, profondo, serio. L'onesto testamento di un'epoca e di una professione che e' sparita. IL GIORNALISTA Allora dire "sono un giornalista de Il Messagggero" era un lasciapassare buono in tutte e per tutte le occasioni. Sopra e sotto il cielo di Roma.
Sara' una risata che li seppellira'.
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