Tuesday, 13 April 2021
Sempiterna Virginia
Sempiterna Virginia
Chi si prende gioco di Virginia Raggi, sindaco di Roma cioe' la Citta' Eterna, e del Movimento Cinque Stelle e' ormai assodato che e' un crimiale e un delinquente. Dopo la seconda guerra mondiale il successo del movimento "apolitico" de L'Uomo Qualunque fondato da Guglielmo Giannini - dopo ando' a dirigere il destrorso, defunto Il Giornale d'Italia - duro' qualche mese, qui no, si parla di anni. Tutte le promesse disattese e vilipese, onorevoli e senatori racogliticci, stampa prona e serva. Cosi' Virginia Raggi spaccia per Colosseo l'arena romana, tenuta benissimo, di Nimes. Dove i francesi tengono concerti e corride. Si, corride. Come in quelle di Arles, dove fu girato l'ultimo formidabile, straordinario thriller firmato da John Frankenheimer - Ronin, con Robert De Niro, Jean Reno, Michel Galabru, Natasha McElhove, Sean Bean e Jonathan Pryce - oppureq quella di Frejus dove il sottoscritto ha visto e recensito gli Who - prima uscita dopo la morte del batterista Keith Moon sostituito da Kenny Jones degli Small Faces - i Duran Duran, David Bowie - il tour legato al lancio del disco Let's dance, col chitarrista Earl Slick che prese il posto di Stevie Ray Vaughan che disse a Bowie che non se la sentiva a cimentarsi con un tour mondiale - e infine i miei preferiti, gli ZZ Top. Frank Beard, il batterista - unico senza barba - Dusty Hill, bassista con barba, e Billy Gibbons, sublime amico mio, con barba. Concerto funambolico e poi alla fine intervista. Quindici minuti. Che diventarono un'ora e mezza visto che ci rimpallavamo, come in una partita di ping pong, nomi di musicisti ed album. Faceva molto, molto caldo e il vecchio ventilatore Usa fece bene il suo lavoro. Tanto che dopo in dieci dovemmo cercare, mezz'ora, di districare le nostre tre barbe. Ma nacque un'amicizia. Che non nascera' poi', credo, tra Virginia Ragggi e i romani. Al rione Celio, e' iutile dirlo, sono furibondi. D'altronde si e' sempre vantata di essere il sindaco piu' votato della citta' di Roma. Giusto. Peccato che i romani che andarono alle urne furono il 49% de gli aventi diritto. A Virgi' facce ride.
Si, come il 95enne Eugenio Scalfari, "padre e nonno del giornalismo italiano di qualita'", che ha confuso le date della morte del conte Camillo Benso di Cavour con lo spostamento della capitale della neonata Italia da Torino a Firenze e poi Roma. Ecchessara' mai. Riprendere il "padre nobile"? Non sia mai detto.
Il divano dei giusti? No,lo strapuntino di Zaccagnini per tre film diversissimi tra loro eppur godibilissimi. Toto' al giro d'Italia con Toto', Isa Bazizza, Walter Chiari e la partecipazione di Gino Barlali, Fausto Coppi, Luison Bobet e tanti altri campioni del ciclismo, commmedia a tratti esilarante del maestro Mario Mattoli, Red sun/Sole rosso, strano western con Charles Bronson, Toshiro Mifune, Alain Delon, Capucine e una conturbante svizzera,Ursula Andress, impegnati in un western divertente quanto srrampalato - ma godibilissimo perche' diretto dal regista dei primi due film protagonista James Bond/Sean connery, il talentuoso Terence Young - e poi un capolavoro firmato da Luis Puenzo e tratto da un grande libro del messicano- fu anche il marito dell'attrice francese Jean Seberg - Carlos Fuentes, Il vecchio gringo/The old gringo. Con Gregory Peck, Jane Fonda e Jimmy Smits. La "vera storia" - per Fuentes perche' non si seppe mai la verita' - della scomparsa del giornalista, polemista e scrittore statunitense Ambrose Bierce durante la sanguinosa rivoluzione messicana. Spero che se qualcuno lo vedra' poi acquistiil "dizionario del diavolo" di Bierce. Un signor libro di un signor Giornalista, Polemista, Scrittore.
Sara' una risata che li seppellira'.
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