Sunday, 23 May 2021

Dagospia maggiorenne

Dagospia maggiorenne Sono, sarei, saro' l'ultimo a congratularmi con Roberto, D'Agostino, visto l'amicizia cementata nei decenni ma occorre farlo. Segui' un consiglio di Barbara Palombelli in Rutelli, e per anni, con l'appoggio e ilsostegno della moglie Anna, e' stato seduto ore ed ore e per mesi e anni a una scrivania a creare la sua, ormai la nostra, informazione. 21 anni. Sito maggiorenne. Pettegolezzo oppure no, pornografia oppure no ha cambiato modo di fare informazione. No, l'ha distrutta. Lui, e pochi altri, dira', facendo spallucce, " e capirai, bello sforzo, che ce voleva" ma no, no, e' stata un'impresa titananica. Confesso, i primi anni non lo lessi, a SAnremo lo snobbavo quando i colleghi olendini e e De Luca lo seguivano doviziosamente, iniziai a leggerlo dopo che mi aveva invitato, con la consorte, a vedere che si tatuava la parola Dagospia sul braccio destro ma da allora sono un fedelissimo. Moltissime cose, lui lo sa, non mi vanno giu' ma alla fine sono sempre affascinato e soddisfatto. Come quando, anni e anni fa, leggevo il giornale/i giornali da cima a fondo, cosa che non pratico piu', come moltissimi tuffandomi in Dagospia. Dove, immancabilmente, trovo, anche e sempre, notizie in anteprima con annessi retroscena. Dagospia, "a belli", e' fatta da pochissime persone piegate sulle tastiere, al telefono e a guardare gli schermi 24 ore al giorno. E lo si evince subito. Giornalisti senza voolto ma con un'anima, un cuore, un'impegno e una professinalita' specchiate ed uniche. E una platea di lettori immensa e che cresce a dismisura. Ho scritto pochisime volte per lui ma c'e' ancora gente che mi ricorda e cita interi brani del lungo pezzo che scrissi, in lacrime, per la morte del mio carissimo amico Lou Reed il 23 settembfre 2013. Segno che Dagospia non e', come sembra, una lettura di puro divago. Come ragioniere - come il sottoscritto, solo che il sottoscritto era una penosa schiappa e lui uno da tutti dieci e lode - di strada ne ha fatta tanto, e con merito e senza avere gli altisoanti quanto inutili riconoscimenti della categoria. Penso a lui e penso a Luigi Pirandello. Uno, nessuno, centomila. Roberto D'Agostino. Sara' una risata che li seppellira'.

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